18 maggio 2021: esattamente un anno fa, ci lasciava per sempre Franco Battiato, uno dei più grandi poeti che la storia della musica italiana abbia mai conosciuto. “Il Maestro”, Battiato ha rappresentato per la canzone d’autore italiana un personaggio di rottura fondamentale, con il suo estremo talento compositivo e con la profondità dei testi che rimarranno per sempre incastonati nell’immaginario collettivo. Andrà in onda, infatti, un emozionante tributo che vedrà protagonisti molti suoi colleghi.

Il tributo a Franco Battiato arriva su Sky Arte

Da domani, mercoledì 18 maggio, è dunque in arrivo sul canale tematico di Sky Italia un racconto corale della vita e delle opere dell’artista siciliano, tramite il ricordo dei colleghi che l’hanno conosciuto quando ancora era in vita. Lo speciale si intitolerà Franco Battiato – Il Tributo e sarà un documentario diviso in 4 puntate, curato da Stefano Senardi ed Edoardo Rossi, per la regia di Pepsy Romanoff.

tributo ricordo Franco Battiato Life&People MagazineLa trasmissione darà spazio alle opinioni e ai pensieri dei numerosi partecipanti a Invito al viaggio, il fortunato concerto speciale tenutosi all’Arena di Verona lo scorso 21 settembre 2021, a quarant’anni esatti dalla pubblicazione dell’album La voce del padrone, considerato da molti un vero capolavoro. Sul palco scaligero, durante l’evento, si erano susseguite le esibizioni di ben 40 artisti, ognuno con una diversa canzone dell’interprete siciliano. Tanti, dunque, i temi che i partecipanti di Invito al saggio affronteranno nel corso del documentario: dal legame con la terra natìa del Maestro, la Sicilia, al rapporto con la spiritualità, passando per la sua affascinante poetica (unica nel suo genere) e per tutte le intuizioni musicali del suo periodo più sperimentale.

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L’importanza delle radici di Franco Battiato

Non c’è dubbio che la Sicilia, con le sue tradizioni e le sue contraddizioni, abbiano reso Battiato il poeta che conosciamo. Stiamo parlando di una terra dalla storia centenaria, con caratteristiche quasi magiche ed onoriche, perfettamente condensate nella sua poetica proprio come era stato il caso, a inizio secolo scorso, del suo conterraneo Luigi Pirandello. L’esperienza artistica e personale di Battiato prende il via a Ionia, in provincia di Catania, il 23 marzo 1945. Dopo essersi trasferito a Milano (dove conobbe e fece amicizia, tra gli altri, con Enzo Jannacci e Bruno Lauzi) il maestro pubblicò i suoi primi due singoli sulla rivista Nuova Rivista Tascabile, pezzi che già contenevano, in forma primigenia, alcuni degli spunti artistici che Battiato avrebbe sviluppato negli anni successivi.

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Il suo disco d’esordio: Fetus

Il suo personale debutto Franco Battiato lo fa nel 1972 con un progetto particolarissimo, un vero e proprio concept album ispirato al romanzo distopico “Il mondo nuovo” di Aldous Huxley, dove si racconta la storia di un’umanità dove ogni individuo è costruito a partire da bizzarri esperimenti in laboratorio. Fin da subito, in quest’album, apparve la sua forte vena rivoluzionaria rispetto alla musica d’autore d’italiana del tempo, con un approccio sperimentale carico di psichedelia e di testi enigmatici.

Una carriera costellata di successi ed onoreficienze

Non soltanto di musica visse Franco Battiato. “Il Maestro” fu anche un apprezzato autore di opere (alcune delle quali di ispirazione cristiana, come Genesi o Messa arcaica), ma lavorò anche come regista per ben tre lungometraggi, per video musicali e per tre documentari, fra cui il primo, “La sua figura”, ispirato alla vita della compianta Giuni Russo. Nel suo curriculum Battiato può vantare svariati premi Tenco (nel 2009 portò a casa quello per la carriera) e numerosi riconoscimenti in veste di autore: quest’ultimo è per esempio il caso di “Per Elisa”, celebre brano di Alice che nel 1982 vinse il Festival di Sanremo.

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Nessuno come Franco Battiato

Il tributo all’artista catanese passerà dunque in rassegna cinque decenni di musica inimitabile che nessun altro artista italiano è mai riuscito ad eguagliare. “Torneremo ancora” cantava Battiato nel suo ultimo disco di carriera, appena due anni prima di lasciarci. Una dichiarazione di intenti che però si scontra con la realtà dei fatti. In effetti, è come se il Maestro in realtà non se ne fosse mai andato.

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