Per la prima volta sono stati messi all’asta da Christie’s tre lotti di Malvasia, il Vino di Leonardo, a sostegno dei progetti di ricerca scientifica, centinaia di migliaia di visitatori scendono ogni anno a Milano per visitare l’Ultima Cena di Leonardo da Vinci ma pochi sanno che l’artista ha lasciato un altro notevole tesoro a pochi passi dal suo famoso affresco.
La Vigna di Leonardo è un luogo insolito e affascinante della città di Milano che conserva ancora l’atmosfera che l’artista amava.
Si trova all’interno dei lussureggianti giardini della Casa degli Atellani, un’elegante residenza privata che offre un’opportunità unica per vivere il Rinascimento milanese. Nato originariamente nella città toscana di Vinci nel 1452, Leonardo è stato una delle menti più prolifiche e all’avanguardia che il mondo abbia mai conosciuto. Un vero uomo del Rinascimento, i suoi talenti si sono estesi ben oltre i campi dell’arte e della scienza per includere l’astronomia, la cartografia, l’ingegneria, la geologia e persino la botanica. L’artista trascorse un periodo produttivo a Milano lavorando per oltre vent’anni a numerosi progetti per il Duca Ludovico Sforza, tra cui dipinse L’Ultima Cena (1495-1498), ospitata all’interno del refettorio del convento della chiesa di Santa Maria delle Grazie.
Per dimostrare la sua gratitudine, Ludovico Sforza regalò a Leonardo un piccolo vigneto di 60 x 175 metri, in quello che oggi è Corso Magenta 65. Lo stesso Leonardo che proveniva da una famiglia di vignaioli si prese cura della vigna, includendola anche nel suo testamento alla fine della sua vita. La donò in parti uguali a Giovanbattista Villani e Giacomo Caprotti; il primo era il suo fedele servitore e il secondo il suo allievo preferito.
La Vigna di Leonardo produceva uve della varietà Malvasia de Candia Aromatica.
Questo nome deriva da un piccolo paese dell’isola greca di Creta, un tempo chiamato Candia. Appartiene al gruppo delle Malvasie che unisce i diversi tipi di vitigno per produrre vini molto aromatici, con un alto contenuto di zuccheri e alcol. Quando le truppe francesi invasero Milano nel 1499, Leonardo fuggì dalla città e la Casa degli Atellani e la sua vigna, caddero in rovina. Successivamente Ettore Conti, ingegnere e magnate dell’industria elettrica italiana, acquistò la villa negli anni ’20 facendola poi restaurare dal famoso architetto milanese Piero Portaluppi.
I resti del vigneto, nel frattempo, sono stati dimenticati fino a quando l’Expo Milano ha stimolato una rinascita culturale nella città industriale nel 2015. I nipoti di Portaluppi, attuali proprietari della Casa Atellani, hanno deciso di ricreare il vigneto di Leonardo, secoli dopo la sua morte. Hanno collaborato con l’enologo Luca Maroni e l’Università di Scienze Agrarie di Milano per studiare il vitigno originario, Malvasia di Candia Aromatica.
Ora, queste viti hanno dato i loro primi dorati frutti e a Settembre 2018 è avvenuta la prima vendemmia.
Oltre due quintali e mezzo di acini di Malvasia sono stati raccolti e poi lasciati fermentare a buccia all’interno di un’antica anfora in terracotta, secondo un processo tradizionale storico. A cinque secoli dalla sua morte hanno visto così la luce le prime bottiglie del Vino di Leonardo. Un vino dal colore che varia dal giallo paglierino al giallo dorato chiaro che presenta un corredo aromatico di profumi particolarmente ricco e complesso, con note di moscato; comprendente un ampio spettro di aromi primari di arancio, cedro, limone; note fruttate di pesca e albicocca e floreali di acacia, fresia e lavanda.
Il vino raccolto è contenuto in 330 Decanter numerati,
riprodotti da Alberto Alessi per Cascina Eugenia; ispirati dallo schizzo di Leonardo da Vinci in un rebus del Codice Windsor presente nel folio 12690. All’interno della teca di vetro dove è custodito il primo dei 330 pezzi è racchiuso anche un gioiello geometrico con una sfera contenente i 2,2 grammi della terra originale e una pergamena anastatica che certifica l’autenticità del Pezzo.
Il vino di Leonardo in prima linea per i bimbi.
Di recente Christie’s ha battuto all’asta tre di queste bottiglie di prezioso vino in limited edition e il ricavato è andato in beneficenza al Comitato Maria Letizia Verga, per lo studio e la cura della leucemia del bambino e alla Fondazione Tettamanti che svolge la diagnosi ed il monitoraggio delle anomalie genetiche nei bambini leucemici. Un progetto di ricerca sul passaporto genetico che mira ad individuare il profilo genetico di ogni bambino malato di leucemia e linfomi; al fine di studiare una terapia di precisione mirata e offrire quindi, in ogni fase della malattia, un’opportunità di guarigione in più e una riduzione della tossicità.
Piccole curiosità
Leonardo è nato in una famiglia di vignaioli e il vino ha sempre fatto parte della sua vita. Ha studiato la coltivazione delle viti per tutta la vita e ha condiviso le sue conoscenze con la famiglia e gli amici: come fertilizzare, ottenere la fotosintesi, come utilizzare i muri a secco. Ha scoperto e condiviso che non bisogna far fermentare l’uva in un tino aperto; che il vino va prima decantato prima di berlo, e che è meglio bere piccole quantità di vino e sempre con il cibo. È anche responsabile di due delle più importanti invenzioni del vino che usiamo ancora oggi: il cavatappi e la camera di equilibrio del tino del vino.
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