Dopo più di due anni da ‘Domino‘ Malika Ayane è tornata finalmente a proporsi con un nuovo album d’inediti, Malifesto.
Questo il titolo del nuovo progetto della cantante italo-marocchina, è tutto quello che il pop italiano ha (purtroppo) dimenticato di poter e dover essere.
Dieci tracce completamente nuove arricchite da una cover “alla Malika” di un grande classico della tradizione musicale italiana.
Il brano del Festival di Sanremo 2021
L’occasione per la pubblicazione di questo nuovo lavoro è stata la quinta partecipazione al Festival di Sanremo in carriera.
Una partecipazione che, dopo ben 6 anni dall’ultima presenza, ha puntato a stupire più che a confermare.
Malika Ayane al Teatro Ariston si è presentata con una “Ti piaci così” che ha puntato a raccontare una raggiunta serenità e proficua accettazione di sè.
Svestiti i panni dell’interprete elegante e raffinata che Sanremo, di fatto, ha lanciato nel 2009, per la prima volta la Ayane ha puntato su di un brano più eclettico, radiofonico e contemporaneo.
Lo ha fatto senza rinunciare, tuttavia, al mettere in mostra le sue capacità canore e quell’unicità artistica che la caratterizza e la distingue sempre. In ogni contesto, in ogni brano.
L’episodio del Festival di Sanremo 2021 è, però, quanto più lontano dall’anima vera di questo nuovo album.
Malifesto è un disco rarefatto, sussurrato e quasi cinematografico di una Malika Ayane consapevole come non mai.
Consapevole soprattutto di essere brava, di aver raggiunto una capacità di scrittura personale e di non doversi più preoccupare del giudizio.
Le altre canzoni dell’album |
L’esempio più calzante di questa lontananza dai temi up dell’episodio sanremese è la vera e propria gemma d’apertura.
Peccato originale recupera la dimensione più intima del pop accompagnando una vocalità sussurrata ed un pianoforte.
Ne esce una traccia cucita su misura, perfettamente riuscita e totalmente calzante con l’artisticità di Malika.
All’interno di un album che fin dalla copertina gioca con i colori del bianco e nero questo brano ha la forza d’imporsi come un’istantanea d’altri tempi.
Ed è proprio al concetto d’istantanea che si collega il concept dell’intero album.
Per questo suo ‘Malifesto’ musicale Malika Ayane non si preoccupa di dimostrare o di urlare.
La cantautrice punta, piuttosto, a raccontare con classe, misura ed eleganza la sua visione sulle cose, sulle esperienze, sulla musica stessa.
Lo fa recuperando dal proprio passato anche le collaborazioni di Dimartino e Colapesce.
Ne esce una radiofonica Telefonami pur senza mai suonare “troppo” ed una attualissima A mani nude che unisce melodia ed elettronica.
Potente sono anche Come sarà, dotata di un inciso tutto da canticchiare, Per chi ha paura del buio e Formidabile.
Tutte tracce che, pur avendo in sè i germogli della radiofonia e delle spensieratezza, non urlano mai, non cercano appiccicose parole da tormentone o non sfruttano produzioni troppo sovrastrutturale.
Più soffuse sono “Senza arrossire” e la bella “Mezzanotte” a cui si accoda anche “Brilla”.
La cover |
La conclusione di ‘Malfesto’ è affidata alla cover di Insieme a te non ci sto più, ennesima dimostrazione che la vocalità e la personalità musicale di Malika Ayane sa impossessarsi anche dei brani più lontani da sè e più legati ai propri interpreti originali.
Giustamente la cantautrice italo-marocchina ha scelto, questa volta, di omaggiare quella Caterina Caselli che la scoprì, la lanciò discograficamente e ancora oggi l’accompagna.
Ne esce una versione totalmente rimaneggiata che, però, restituisce una fotografia rispettosa degli intenti iniziali e, contemporaneamente, dell’eleganza di questo album.
Malika Ayane con questo ‘Malifesto’ ribadisce, ancora una volta, tutto quello che già sapevamo di lei.
Una cantante eccellente, la sua voce è riconoscibile fin dalla prima nota e, la sua scrittura, apparentemente così confusionaria, in realtà è quanto di più personale ci possa essere.
E questo disco è quanto il pop ha (purtroppo) dimenticato di poter e dover essere: fonte di qualità, misura e capacità.
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