Cibi hawaiani. Poke cose per un trending food.
Un pollo all’hawaiana o un sandwich? Nessun dei due! Poke (meglio poké o addirittura pohké se vogliamo anche la pronuncia corretta prima di sapere che cosa significa poke e che cos’è un poke) e Taro sono le due parole chiave della cucina o più precisamente dell’alimentazione hawaiana.
I piatti non sono tanti così come i cibi hawaiani e quello che si usa, considerando l’estensione del territorio, è quello che c’è
Cos’è un poke? E che cosa significa?
Poke significa tagliare…po-ké, a pezzetti e altro non è che, all’origine, un piatto povero come il sushi a cui tanto assomiglia.
Pesce marinato, solitamente tonno, spesso pinna gialla (qualche privilegio a ‘sti poveri pescatori glielo devi lasciare… sempre che le barche giapponesi gliene lascino crescere qualcuno in santa pace). Anche calamari, squid in genere, e oggi che è diventato uno dei piatti più ‘trending food’ in assoluto, anche salmone.
La cucina hawaiana ha ovviamente subito contaminazioni inevitabili dopo la scoperta delle isole oceaniche da parte degli occidentali. Oggi la sua cucina utilizza ingredienti tipici della cucina giapponese, americana, francese, tai tanto che penso sempre che abbiano chiamato sandwich queste isole un po’ per metterci dentro di tutto e un po’ per l’incapacità di cucinare i loro piatti.
Quello che troviamo everywhere negli ‘asian’ e hawaiian food bar restaurant è una strana mescola.
Quindi… Troll vi chiede: vogliamo davvero provare la loro cucina? Ok e dico ok nella speranza di non fare morti.
Saltiamo a piedi pari il Kalua, un piatto di carne solitamente maiale, cotta per ore utilizzando un sistema simile all’asado argentino con la sola piccolissima differenza che il forno lo devi costruire sotto la sabbia… Di questi tempi? Che non puoi andare in spiaggia neppure a fare una pisciatina? Non se ne parla.
Per molti piatti l’ingrediente fondamentale è il Taro, un tubero aracaceo, una patata viola più o meno. Somiglia, per intercederci alla patata africana, il cocoyam.. Quella hanno e quella usano. Per ricavare farina e amido come facciamo noi con le patate con la differenza che se la loro è ricca di ferro fibre e vitamine, la nostra si cucina e digerisce meglio.
Addirittura dopo averla cucinata non devi toccarti gli occhi! Anche da cruda ha effetti poco simpatici specie se la mangi. Figuriamoci toccarla! Rischi irritazioni fastidiosissime.
Infatti sia per le foglie, se prepari il LauLau e soprattutto per i tuberi, se prepari il Poi (una sorta di purea) la cottura della patata deve essere ben fatta e poi la devi schiacciare e stringere e poi strizzare e premere e poi schiacciare e poi…
Dunque non facciamo come il ChinaJapanTai pseudo ristorante presso casa che fa la pasta mongola con le fettuccine Barella…
Evitiamo i cibi hawaiani più antichi e buttiamoci sul Poké! Qui siamo sull’onda giusta.
Un bel filettone di tonno (concedo la versione Economy col salmone fresco). Pokettare ossia Tagliare a pezzetti, dadi di circa 2 centimetri. Marinare almeno sei ore con cipolle rosse o cipollotto fresco, olio di semi di sesamo, alghe (wakame secca va benissimo) e e salsa di soia. Servite con fettine di cetriolo bello profumato.
Variante del Troll: ruta pucchiacchiella al posto dell’alga e pisellini crudi e fave col cetriolo.
Il poké è, come è facile comprendere, il più diffuso più contaminato più comodo per sfruttare il trending food e il meno problematico nella preparazione.
Un più in più per rilanciare l’attività gastronomica dopo la quarantena Coronavirus.
Potreste pubblicizzarlo utilizzando in strada un uomo Sandwich…
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