FIPE, Federazione Italiana Pubblici Esercizi, ha pubblicato il Manifesto per una ristorazione sostenibile. Un documento con cui si invitano tutti i ristoratori ad operare sempre in modo etico scongiurando gli sprechi alimentari.
Lo spreco del cibo: un problema che riguarda tutti
Lo spreco del cibo è un problema quanto mai attuale e rappresenta a tutti gli effetti un paradosso. Mentre alcune fasce di popolazione, in Italia proprio come in altre nazioni, fanno fatica ad alimentarsi in modo completo per ragioni economiche, altre possono permettersi di gettare degli alimenti che potrebbero tranquillamente essere consumati.
Evitare di sprecare il cibo dovrebbe essere una responsabilità di chiunque. Sicuramente questa questione tocca da vicino le aziende operanti nel mondo della ristorazione. L’eventualità di gettare degli avanzi è tutt’altro che remota, ma lo spreco del cibo si concretizza molto spesso anche a livello domestico.
Se tutti fossero più attenti nella gestione casalinga degli alimenti, evitando così di gettarne nella spazzatura delle quantità più o meno elevate, i benefici sarebbero davvero importanti. Benefici a favore della collettività e del portafoglio della singola famiglia.
I progressi non mancano, ma occorre fare di più. È utile sottolineare, peraltro, che in Italia è attiva la cosiddetta “legge antisprechi”. Ovvero la legge 166/2016, la quale stabilisce una serie di procedure e di incentivi fiscali dedicati alle imprese del settore.
Sicuramente l’introduzione di questa normativa ha avuto degli effetti positivi, ma è necessario fare di più. Lo stesso Presidente di FIPE, Lino Enrico Stoppani, ha rimarcato il fatto che negli ultimi tempi la tendenza a sprecare il cibo si sia ridotta in modo rilevante. Comunque non bisogna fermarsi ed è necessario proseguire per raggiungere dei risultati ancor più apprezzabili.
L’acquisto delle materie prime: punto su cui si articola il Manifesto per una ristorazione sostenibile sono tutti molto interessanti e destinati a rivelarsi assai utili nel contrasto agli sprechi.
Anzitutto, FIPE fornisce una serie di suggerimenti correlati all’acquisto delle materie prime
Un’operazione che deve sicuramente tenere in considerazione la qualità e il prezzo del prodotto. Deve badare anche a scongiurare l’eventualità che si accumulino delle quantità di alimenti difficili da consumare.
Consentire al cliente di portare a casa ciò che non ha consumato
Un altro aspetto assai interessante riguarda la possibilità di portare a casa ciò che non si riesce a consumare al ristorante, magari perché si è sazi.
In un passato non lontano il cliente medio avrebbe probabilmente avuto vergogna nel fare una richiesta simile. In realtà non c’è alcun motivo di essere a disagio nel chiedere di poter portare a casa gli avanzi di quello che, peraltro, si è regolarmente pagato.
Al contrario, secondo il documento sviluppato da FIPE,
devono essere proprio gli esercenti ad incentivare simili comportamenti, chiedendo ai clienti se gradiscono portare a casa ciò che non hanno consumato sul posto.
Modalità operative e formazione del personale
Molta attenzione viene inoltre riservata alle modalità operative degli addetti del mondo della ristorazione. Tantissime sono le occasioni, infatti, dove lo spreco del cibo è dovuto ad una gestione poco oculata.
In tale ottica, dunque, assume una grande rilevanza la conservazione degli alimenti. Dunque chi è impiegato in cucina deve avere piena padronanza delle procedure correlate all’utilizzo di dispositivi professionali.
Nella cucina di un ristorante, d’altronde, le strumentazioni tecniche che vengono adoperate sono molteplici, ed è sufficiente visionare un e-commerce specializzato quale AllForFood per rendersene conto: si spazia dagli abbattitori di temperatura ai congelatori a pozzetto.
Sulla base di queste ultime riflessioni, dunque, risulta evidente che l’obiettivo di evitare gli sprechi di cibo passa anche attraverso un’adeguata formazione del personale.