Chef Rubio raccontato nella selezione di immagini raccolte da Rizzoli in quella che è una formula di suggestione sensoriale.
Chef Rubio, al secolo Gabriele Rubini, scopre l’esercizio di umanità a cui gli fa “gusto” prestarsi.
Piccoli gesti, inquadrature che racchiudono preziosi riti quotidiani cristallizzati in una sacralità che sa di reliquia.
Scorci, situazioni, sguardi rubati dalla sua “dispensa” di viaggio, curiosità, brama di conoscenza e ricerca continua di sollecitazione delle papille.
Tra lo scatto e una didascalia tutta la passione con cui “Mi sono mangiato il mondo” reinterpreta l’approccio al cibo e ai gesti che vi ruotano intorno. Spiega com’è nata l’idea ai lettori di Life&People Magazine.
Svestito dai panni del personaggio pubblico per cui sei conosciuto, quasi sembra che la tua prima passione sia la fotografia, se citandoti, “scattare e viaggiare per te equivalgono ad amare”…
La mia passione e’ tutto ciò che è capace di emozionarmi. Coltivo tantissime passioni oltre quelle pubbliche e a tutte dedico la stessa cura, lo stesso impegno. La cucina, la fotografia, la regia, la scrittura, la musica, tutto sta nel gestire il tempo. Ecco il tempo, quello è sempre troppo poco.

Chef Rubio – Mi sono mangiato il mondo
Quello che emerge dal libro di Chef Rubio è la libertà di raccontare senza etichette, solo attraverso un’altra lente: che è più efficace o semplicemente diversa e complementare?
Nel libro infatti parlo di libertà a tutto tondo e scelta di non vincolare le foto e i testi a un momento e a un luogo ben precisi per rendere l’opera eterna nell’assenza di spazio: il comune denominatore è solo e soltanto l’uomo.
In questo volume si viaggia con gli occhi, ma tra le righe si annidano anche mente e cuore. In più, sei un intenditore di papille…insomma: dei sensi qual è il più importante per te?
L’olfatto. E’ il primo che usiamo quando si nasce e l’ultimo quando moriamo. Poi quando esalerò l’ultimo respiro cercherò di darti una conferma.
Ode al quotidiano e all’imperfezione tra le pagine: è questa la parte attrattiva che ti spinge sempre oltre e altrove, alla ricerca continua?
Il quotidiano è ciò che si avvicina di più all’infinito e all’immortalità, è pieno di difetti, imprecisioni, imprevisti, trascuratezze. È quanto di più lontano dalla perfezione, ossia dalla noia e morte dell’essere.
Riempirsi gli occhi di bellezza, la mente a nuove sperimentazioni sensoriali e il cuore delle increspature di umanità inestimabile. Il tutto da saziarsi fino all’ultimo scatto.
Text: Cristina Rosso
Credit Photo: Tamara Casula