Claudia Cavalleri: storia di un universo parallelo descritto nelle sue immagini.

Ci sono persone normali, come molti di noi, che con un banale smartphone possono scattare una foto più o meno riuscita poi esistono i professionisti o, ancor di più, gli “artisti” dell’immagine.

A quest’ultima categoria appartengono rari talenti, tra i quali Claudia Cavalleri.

Riescono a trasferire in uno scatto fotografico la poesia o il tormento di quello che i loro occhi attenti hanno percepito.

Questa è la storia di un viaggio all’inferno dove i “demoni” sono fanciulli.

Donne e vecchi di un mondo parallelo di cui pochissimi ne conoscono l’esistenza.

Esistono delle metropoli dei paesi dell’est che poco o nulla hanno da invidiare a molte più blasonate ed esclusive città europee. A differenza di queste ultime, celano a non molti chilometri di distanza un territorio incredibile.

Natura quasi post- bellica, dove vivono o meglio “sopravvivono” creature improbabili che versano in condizioni di vita ai limiti dell’immaginabile.

In questi luoghi nulla, apparentemente, ha ragione di esistere ma, come recitava Cartesio:” cogito ergo sum” (penso dunque sono!). Così probabilmente si giustifica questa pseudo popolazione di esseri tormentati.

Un immensa discarica dove i topi, gli scarafaggi e vari animali selvatici convivono e si contrappongono ad una umanità straziata che ha fatto di questi luoghi una città. Uno stato nello Stato.

Qui la parola ricchezza stride quasi come un uomo in frac in un allevamento di suini.

Luce elettrica, acqua potabile, riscaldamento e qualsiasi minimo conforto a cui, anche le persone meno abbienti delle nostre città occidentali in genere possono facilmente accedere. Qui sono una conquista spesso frutto di espedienti ai limiti della legalità.

Eppure, guardate gli occhi di questi bambini o lo sguardo fiero dei molti vecchi e donne/madri ritratti e riflettete su quale sia il vero senso della vita.

Osservando i ritratti, sapientemente rappresentati dall’artista Claudia Cavalleri, non fare i conti col “nostro bambino” interiore è impossibile.

Attraverso gli occhi, scuri, profondi e incontaminati che hanno il potere di spogliare la vita da artifici e maschere. Osservando le infallibili espressioni che esprimono nel silenzio il totale disappunto verso un mondo popolato da sterilità e mera superficialità.

Ognuno di noi almeno per un secondo, guardi in faccia la propria nuda vita, il proprio passato che spesso ha lasciato delle ferite mai sanate.

Claudia Cavalleri, attraverso la fotografia, cerca di dar voce al “suo bambino” mettendo a tacere quell’adulto che spesso nasconde le proprie emozioni.

 

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