Come qualsiasi medico confermerebbe, prima di ricorrere a metodi drastici come la chirurgia estetica, la prima cosa da fare quando l’immagine che ci restituisce lo specchio non ci soddisfa è cercare un modo di valorizzarla. Ognuno di noi nasconde in sé una bellezza unicamente sua, ma spesso quest’ultima fatica ad emergere perché poco curata, non accettata o persino compromessa da alcuni fatali errori di stile. Uno degli strumenti più utili per raggiungere lo scopo – e far sbocciare, quindi, la propria bellezza naturale – è senza dubbio l’armocromia: l’analisi dei colori e dei toni “personali” che incarnato, chioma e occhi restituiscono di una persona. Assegnando a ciascuno di noi una stagione di riferimento – primavera, estate, autunno, inverno – e una palette corrispettiva, questa disciplina stabilisce quali tinte sono friend e quali foe per la valorizzazione della figura, offrendo spunti essenziali per la scelta di guardaroba, make-up e hairstyle. Ma come riconoscere le stagioni dell’armocromia? E quali sono le caratteristiche che le contraddistinguono?
Armonia di colori: come stabilire che stagione sei con il test per l’armocromia
Lo dice la parola stessa: armo–cromia, l’armonia di colori. È proprio questo l’obiettivo di questa tecnica: creare accordo tra le tinte che costituiscono la cifra distintiva di ogni paziente, ottimizzarle e sfruttarle per regalare a quest’ultima una nuova immagine di sé, nella quale sentirsi più forte, più bella e più sicura. Senza ricorrere ad aghi o dolorose procedure, infatti, i risultati sono spesso sorprendenti: per arrivarci bastano pochi passaggi, preferibilmente da svolgere sotto la supervisione di un’esperta in armocromia o di un consulente d’immagine che ne abbia studiato i segreti. Sono solo quattro, infatti, i pilastri che regolano la scienza dei colori. Tuttavia, vanno padroneggiati alla perfezione per non incappare in errori che potrebbero far sbiadire la bellezza della paziente. Essi sono:
- il sottotono della pelle, che può essere caldo oppure freddo (si tratta, di fatto, del colore dell’incarnato)
- il valore cromatico, rivelatore dell’intensità dei colori che compongono la figura della cliente;
- il contrasto, che sarà molto basso se, per esempio, tra chioma, sopracciglia, occhi e incarnato c’è poca differenza in termini cromatici, molto alto se invece i due valori “staccano” di molto tra loro;
- l’intensità, determinata dai fattori precedenti: sarà molto alta, per esempio, se abbinata a un forte contrasto cromatico o a uno sguardo particolarmente penetrante.
Tenuti presenti questi quatto capisaldi, lo specialista di armocromia ha alla mano la bussola che lo guiderà alla scoperta delle stagioni di tutte le sue clienti. Per arrivare alla rivelazione finale, però, occorreranno diversi tentativi: giustapponendo diverse tonalità ai colori del viso della cliente, infatti, sarà in grado di incasellare quest’ultima in uno delle quattro macrocategorie. Ecco quali sono e come si contraddistinguono.
Primavera
«Florals? For spring? … groundbreaking», commenterebbe la spietata Miranda Priestly de Il diavolo veste Prada. E invece sì, per chi appartiene a questa stagione armocromatica le stampe floreali sono effettivamente una buona idea. Tuttavia, non si tratta di una stagione facile da individuare. Le donne-primavera, infatti, possono avere un’intensità alta e un valore cromatico importante, ma l’incarnato può variare di molto. Indipendentemente da quest’ultimo valore, però, alla luminosità della Primavera non possono che corrispondere tonalità che richiamano la brillantezza della natura: verde, giallo, arancione, turchese e persino il corallo sono perciò perfetti per valorizzarla.
Estate
Incarnato olivastro, sottotono freddo e un contrasto cromatico non troppo evidente: appartengono a questa stagione le donne dalla bellezza esotica, spesso con chiome bionde, occhi chiari e carnagione dai toni delicati. Per valorizzare tali caratteristiche, l’armocromia prescrive colori tenui e tendenti al freddo. Ideali, per esempio, sono il grigio tortora, il madreperla, il rosa cipria e le tinte pastello.
Autunno
Proprio come le foglie sugli alberi di fine settembre, anche le donne-autunno hanno colori caldi e accoglienti: capelli ramati o biondo cenere, un complesso cromatico basso e un sottotono della pelle decisamente caldo, che definisce un’intensità di colori bassa. Seguendo l’insegnamento principale dell’armocromia – valorizzare la figura seguendo e “imitando” la natura –, dunque, la palette perfetta per la categoria si compone dei toni tipici di questa stagione: marroni, arancioni, terracotta, ocra, cammello, verde scuro, rossi, bordaux. La gamma di scelta è ampia e facilmente riconoscibile.
Inverno
Infine, le donne-inverno: intense, glaciali e dalla bellezza magnetica. Ovviamente caratterizzata da un incarnato freddo, infatti, chi appartiene all’ultima delle stagioni dell’armocromia ha spesso i tratti di una Biancaneve contemporanea: capelli molto scuri, in netto contrasto con la pelle chiara, occhi penetranti. I colori che meglio valorizzano questi tratti, dunque, sono freddi e scuri: blu notte, antracite, viola, indaco e – non dimentichiamoci – il nero. Tra le nuance decisamente “nemiche” delle Winter, invece, ci sono quelle calde e delicate.
Ovviamente ciascuna di queste categorie nasconde una fitta serie di sottospecie e varianti. E non bisogna dimenticare che la definizione delle stagioni dell’armocromia non è che il primo step del percorso più compllicato: l’accettazione di sé.