«La notte suggerisce, non mostra. La notte ci turba e ci sorprende per la sua stessa stranezza, libera quelle forze dentro di noi che di giorno sono dominate dalla ragione». Questa era la visione del parigino d’adozione Brassaï, fotografo dei lungosenna bagnati dalla pioggia, delle sagome appena rivelate dai lampioni, degli amanti e dei personaggi ambigui che rendevano pulsante l’oscurità della Ville Lumière negli anni ’30. Le stesse immagini, rilette in un cortometraggio diretto da Baz Luhrmann, aprono l’ultima sfilata firmata John Galliano per Maison Margiela Artisanal, un evento talmente fuori scala rispetto alla norma, con una narrazione così articolata da coinvolgere ogni minimo dettaglio sartoriale, fino all’incedere degli indossatori. Si tratta di un caso più unico che raro nel panorama contemporaneo, tanto da far sorgere molteplici interrogativi: la moda oggi non è più in grado di stupire ed emozionare? Si tratta solo di business? Insomma, che fine ha fatto quella magia capace di far sognare un abito haute couture anche ai comuni mortali?
La situazione della moda oggi
Ricomincio da capo è una commedia cult in cui il protagonista Phil Connors, interpretato da Bill Murray, rimane bloccato in un loop temporale, per cui ogni mattina si sveglia in uno sperduto paesino degli Stati Uniti – dove si festeggia il Giorno della Marmotta – e rivive di continuo le stesse situazioni.
Stando ai commenti degli addetti ai lavori, durante e dopo ogni nuova Fashion Week, la sensazione che provano è un po’ quella di Phil, tra sfilate tanto simili da poter essere interscambiabili. Analizzando le condizioni in cui versa l’alta moda oggi, il senso di noia e frustrazione di fronte a creazioni senza ideologia è sempre più malcelato.
Mancanza di idee: un’ipotesi
Quali potrebbero essere le ragioni di questa scarsità di contenuti? Lo sproporzionato numero di eventi e défilé – calendarizzati quasi ogni mese – può ragionevolmente rappresentare una delle maggiori cause dietro il prosciugamento della creatività. Gli stilisti sono chiamati a immaginare e realizzare capi donna e uomo per la Primavera Estate e l’Autunno Inverno dell’anno successivo, ancora prima quelli dedicati alle Cruise o Resort Collection, senza contare collaborazioni e altri eventi.
Un meccanismo spesso ingiustificato, da ripensare completamente: forse interromperlo potrebbe aprire nuovi scenari, in ogni caso varrebbe la pena fare un tentativo. Alla fine, anche per Phil – in Ricomincio da capo – l’incantesimo si spezza quando inizia ad usare la testa.
Nella moda non c’è niente di nuovo
«Nulla si crea, nulla si distrugge, tutto si trasforma»: non c’è da sorprendersi se il postulato di Lavoisier si addice all’evoluzione della moda. Gli stilisti, in realtà, non inventano niente: rielaborano quello che la loro mente possiede – il bagaglio sociale e quello personale – dando alle idee una forma concreta. La loro abilità sta nel cogliere lo spirito del tempo che anima la collettività, associarlo a quelle immagini che più corrispondono alla situazione e proporre creazioni innovative, in grado di rimandare a qualcosa di “conosciuto” oppure di rompere nettamente con il passato. In questo paradigma, parte della delusione suscitata dalle proposte di stile degli ultimi tempi potrebbe dipendere dal fatto che per molto tempo gli occhi si sono riempiti di riferimenti forti e dinamici, mentre adesso si preferiscono lidi sicuri e placidi.
Uno spostamento di target
Durante gli anni ’60 e ’70 a dettare le tendenze – tanto profonde da influenzare anche la moda ufficiale – sono i giovani contestatori, legati soprattutto al mondo universitario. Tra gli anni ’80 e ’90 l’età s’innalza leggermente: l’edonismo e l’estetica del potere conquistano i ragazzi trentenni e rampanti, sulla via dell’affermazione in società. Una parabola che si chiude con le geniali bizzarrie di Alessandro Michele, incredibilmente abile nel creare un senso di affezione verso le sue opere e il suo personaggio. Non a caso, l’allontanamento dalle passerelle, così come l’annuncio del ritorno, sono state le notizie che hanno maggiormente scosso il settore fashion negli ultimi anni, coinvolgendo anche chi non ne fa parte.
Con lo spostamento del target, non sono più i giovani al centro dell’industria moda, bensì i quarantenni o cinquantenni ormai completamente affermati. Si tratterebbe di una categoria che, idealmente, non è interessata ad apparire e impressionare, percettivamente “meno interessante” a livello di look e poco empatica.
Mancanza di autenticità
«Mi interessa lavorare solo a dischi che riflettono legittimamente la percezione che una band ha di sé stessa e della propria esistenza». Questa frase è tratta dalla lettera che Steve Albini, il produttore di musica rock alternativa più influente degli ultimi quarant’anni appena scomparso, scrisse ai membri dei Nirvana, prima di iniziare le registrazioni del loro album In Utero. L’apparente spirito “da adolescente che non ha ancora imparato a scendere a compromessi” di Albini è, in realtà, ciò che maggiormente manca nell’arte – quindi anche nella moda – appiattita da un ritorno dei “perbenismi” e del conformismo.
Decidere di vestirsi in un modo piuttosto che in un altro è sempre stato un gesto fortemente identitario, necessario a definire ciò che si è e cosa no. Cercare di annullare le differenze, persino le devianze, si dimostra un atto che finisce per essere smascherato nella sua inautenticità.
Mancanza di desiderio
In una dichiarazione rilasciata a System Magazine nel 2015, Raf Simons affermava:
«La moda è diventata pop. Non so se vergognarmene o meno ma ammetto che, forse, era meglio quando era più elitaria».
È così che, oltre alla mancanza di originalità, s’instilla anche quella di desiderio: quest’ultima dovrebbe essere generata dall’esclusività di un capo o di un accessorio, non solo in quanto costoso, bensì perché progettato secondo codici adatti soltanto per chi da essi si sente rappresentato. Da qui nasce l’annosa questione: la moda è per tutti o no? Per riconquistare l’aura, insieme alla quadra dei bilanci, la moda di oggi sembra orientata ad aumentare ancora di più i suoi già vertiginosi prezzi. Crescerà l’aspirazione o la frustrazione?