Abiti e accessori prestigiosi, esempi unici haute couture provenienti dagli archivi delle più celebri maison internazionali saranno esposti nelle Uccelliere Farnesiane, uno dei luoghi più rappresentativi della Roma rinascimentale e barocca, incastonate negli Orti Farnesiani del Palatino, il primo giardino botanico del mondo. Il percorso della mostra “Rara Avis. Moda in volo” (24 aprile-21 luglio, curata da Sofia Gnoli) si snoda all’interno dei due padiglioni ed è suddiviso in tre sezioni: Il Mito, Caleidoscopiche Visioni e Le ALI, irreALI, reALI. Un ulteriore spazio è dedicato agli accessori “aviari” di Anna Piaggi e provenienti dalla sua collezione personale, tra cui una borsa gabbietta con canarini e cappelli di Schiaparelli e Philip Treacy. La mostra sarà accompagnata da un catalogo edito da Marsilio Arte arricchito da una serie di saggi firmati da Emanuele Coccia, Karen Van Godtsenhoven, Peter McNeil, Natsumi Nonaka e Simona Segre Reinach.
Meraviglie tra piume e 3D
I visitatori si ritroveranno davanti a meraviglie irripetibili come il maestoso abito cigno bianco, una spuma di tulle completata da candide ali di Maria Grazia Chiuri per Christian Dior (Cruise, 2022) e l’abito cigno nero, che riporta alla memoria la Odile di Il Lago dei Cigni di Tchaikovsky, di Alexander McQueen per Givenchy (haute couture autunno-inverno 1997). In mostra pure il lungo abito nero, guarnito sul retro da una cascata di caleidoscopiche piume di Thierry Mugler (haute couture autunno-inverno 1997), il micro-abito dorato, in metal mesh ed enormi ali di piume di struzzo disegnato da Donatella Versace per Katy Perry e sfoggiato dalla regina del pop sul red carpet del Gala del MET nel 2018.
La sfilata immobile prosegue poi con il look esclusivo realizzato da Alessandro Michele per Gucci con ricami in cristalli 3D e indossato da Florence Welch al MET Gala del 2019, così come la mise, con bolero pappagallo, della prima sfilata haute couture di Jean-Paul Gaultier (autunno-inverno 1997). Merita una menzione speciale l’abito “Vittoria del colibrì”, progettato appositamente per “Rara Avis” da Tiziano Guardini, realizzato in seta non violenta e dedicato al tema della sostenibilità.
Dalle Arpie a Maria Antonietta
Del resto gli uccelli fanno parte del lessico delle apparenze sin dall’antichità, in accezione inquietante o benevola, ma in ogni caso come animali dall’elevato impatto metaforico: basti pensare a Maat, dea della giustizia dell’Antico Egitto, spesso rappresentata con ali piumate, così come Arpie della mitologia greca, mostruose creature con viso da donna e corpo da uccello. Non solo: pappagalli, aquile, struzzi e pavoni hanno periodicamente incantato cavalieri e regine, principesse e muse del gusto, come a fine Settecento, periodo in cui la regina Maria Antonietta, soprannominata affettuosamente “Testa di piume” dal fratello Joseph, incantava i cortigiani con le sue altissime acconciature pullulanti di uccellini imbalsamati e piccole gabbie, create da Léonard, il suo parrucchiere personale.
In epoca ancora più recente, – come testimoniato da svariate descrizioni di Proust che, in un passo della Recherche, vede trasfigurare la duchessa di Guermantes in uccello del paradiso -, le donne iniziarono a subire vere e proprie metamorfosi: abiti piumati e accessori che richiamano direttamente i volatili fanno parte di un lessico allegorico dai molteplici significati, simbolo di contrastanti allusioni che hanno incantato nei secoli artisti e scrittori, scultori e fashion designer. Qualcosa di simile sembra accadere con gli abiti e gli accessori in mostra che, attraverso uno stupefacente percorso, fanno dialogare il mondo umano con quello animale, stimolando riflessioni sui concetti di paura, bellezza, prigione e libertà.
Il cigno nero
Tra le perle della mostra, nella sezione dedicata al Mito, va sicuramente annoverato l’abito cigno nero di Alexander McQueen, con bustier di piume d’oca, un collo e una testa di cigno avvolta intorno alla nuca, disegnato per la Haute Couture Givenchy Autunno-Inverno 1997.
“Mi ispira la forma della piuma, e anche i suoi colori, la grafica, l’assenza di peso, l’ingegneria: è tutto molto elaborato. In realtà quello che cerco di fare è trasporre la bellezza degli uccelli nelle donne”.
Le parole di McQueen affascinato dagli uccelli in volo.