Un luogo culto, culla della musica, aneddoti e momenti indimenticabili. La storia del Teatro Ariston di Sanremo è la storia di tutti noi. Solitamente è un cinema, ma, all’inizio di ogni anno la struttura ospita la kermesse musicale più importante d’Italia: il Festival della Canzone Italiana, accogliendo al suo interno migliaia e migliaia di ospiti, artisti e addetti ai lavori. Uno spazio che trasuda arte in ogni dove, raccontato in un libro (“La scatola magica” di Walter Vacchino) che ne riassume i momenti più significativi.
Una multisala nata negli anni Cinquanta
La nascita dell’Ariston si deve al commendatore Aristide Vacchino che, negli anni Quaranta, decide di acquistare il terreno per costruire un teatro all’avanguardia: nell’intenzione del mecenate vi era infatti la voglia di creare la prima multisala in un centro storico (caso più unico che raro all’epoca), in grado di ospitare una grande varietà di eventi.
I lavori iniziarono nel 1953, ma presto incontrarono cavilli burocratici che portarono Vacchino a modificare il progetto più volte. L’inaugurazione, nel 1963, con la proiezione del film “Gli ammutinati del Bounty”: da quel momento, nulla sarà più lo stesso.
1977: in onda per la prima volta a colori
La storia del Festival di Sanremo si incontra con il Teatro Ariston molto più tardi, precisamente nel 1977, per una semplice casualità. Dopo ventisei edizioni allestite all’interno delle sale del Casino, la kermesse canora fu costretta a trasferirsi altrove, per consentire la modernizzazione e la ristrutturazione della casa da gioco. Vagliando tante ipotesi, la scelta degli organizzatori ricadde proprio sull’Ariston, il quale poteva vantare non solo una costruzione recente ma soprattutto un sistema all’avanguardia. In principio si parlò di “collocazione temporanea”, ma le grandi opportunità sceniche e televisive che offriva la struttura portarono gli organizzatori a stabilizzarsi definitivamente qui.
Il trasferimento sortì effetti storici, contribuendo ad un calo drastico del prezzo dei biglietti ed alla nascita di nuove idee. Sarà proprio in quell’anno che andrà in scena la prima forma embrionale del “Dopo Festival” (che diventerà una costante solo sedici anni dopo), nata su iniziativa di Maurizio Costanzo che, in seconda serata, condusse un talk coinvolgendo giornalisti e cantanti.
Il Teatro-icona
Oggi, malgrado si paventi l’ipotesi di trasferire la rassegna in una struttura ancor più grande, non può esistere il Festival di Sanremo senza il Teatro Ariston. È tuttavia opportuno rimarcare quanto la struttura sia uno dei punti strategici più importanti del nord Italia, come dimostrano le grandi manifestazioni organizzate in passato. Negli scorsi anni l’edificio di Via Matteotti ha accolto al proprio interno eventi più disparati: dai Campionati Mondiali di Body Building a quelli di boxe, passando per la lirica, il balletto e i concerti pop. Indimenticabile poi l’anno 1983, quando si sono riuniti nel Teatro oltre 34 Premi Nobel per celebrare la nascita di Alfred Nobel (il quale ha trascorso parte della propria vita proprio a Sanremo). Nel periodo autunnale inoltre l’Ariston è la casa del Club Tenco, la cerimonia più importante di musica d’autore dedicata a Luigi Tenco, artista che si è tolto la vita proprio nella città ligure il 27 gennaio 1967.
Gli aneddoti più curiosi sul Teatro Ariston
Tutta la storia del Teatro Ariston di Sanremo è raccolta nell’importante volume pubblicato dai proprietari Walter e Carla Vacchino insieme a Luca Ammirati, in cui è possibile scoprire numerosi aneddoti legati alle tante edizioni del Festival. Nelle trecento pagine si ricordano anche i tanti “corto circuiti” sul palco della Riviera. Si ricorda in tal senso l’ospitata di Michal Gorbaciov, il quale ha presentato Antonella Ruggiero, o l’incredibile partita di burraco tra Dua Lipa e Rita Pavone di pochi anni fa.
Non mancano inoltre segreti e capricci degli ospiti internazionali: il più clamoroso è il caso legato a Madonna che, nel 1995 e nel 1998, aveva preteso nel contratto camerini arredati con divani bianchi e buffet imbanditi con svariate pietanze. Non manca infine il racconto dettagliato di uno degli episodi più complicati della storia del Festival, legato all’ospitata dei Duran Duran nel 1985 che distrussero il camerino dell’Ariston dopo una giornata contrassegnata dall’isteria collettiva da parte dei fan: il fascino del Teatro sta pure negli episodi più controversi.
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