Una fibra 100% vegan, cruelty free che, non solo non danneggi l’ambiente, ma che abbia effetti positivi sullo stesso. Non è un’utopia ma il materiale scelto per una nuova tote bag vegana, disponibile per la prossima stagione autunnale. Ideato dall’omonima azienda Bananatex®, la nuova collaborazione tra Stella McCartney ed il brand punta a ridefinire il concetto di economia circolare Interamente realizzata con foglie delle piante di banano la borsa è biodegradabile a 0 impatto ambientale; prova di un vero cambiamento che vede nel sustainable fashion l’unica direzione possibile.
La Fungi Forest Bag in foglie di banano
Dal taglio squadrato e con manico piccolo, è pensata per la collezione Autunno-Inverno 2023. La bag della serie logo è impreziosita da una trama color bordeaux in Toile de Jouy che riproduce l’iconica Fungi Forest, motivo già usato in passato da McCartney. Il Toile de Jouy è un tessuto di origine francese, amato anche dalla Regina di Francia Maria Antonietta. La sovrana, amante dello sfarzo e dell’opulenza, fece tappezzare comodini e armadi di Versailles proprio con questo materiale, prodotto nella piccola città di Jouy-en-Josas, vicino la reggia. Caratteristica principale del tessuto è sicuramente la narrazione che veniva realizzata sulle trame del cotone. Scene bucoliche di lavori in campagna come la raccolta del fieno o i lavori al telaio erano propri di questo stile, che McCartney ha voluto nuovamente omaggiare riadattandola alla sua foresta.
Qual’è la rivoluzione dietro Bananatex®?
L’azienda, pioniera nel campo dei materiali biodegradabili, vede il suo successo grazie all’utilizzo delle foglie di banane Abacá, coltivate sugli altopiani delle Filippine. La pianta, completamente autosufficiente è in grado di vivere e cresce in totale assenza di pesticidi o fertilizzanti, non andando in alcun modo ad intaccare l’ecosistema naturale in cui è. Una volta raccolte le foglie vengono lavorate ricavandone una fibra resistente, facile da lavorare e 100% biodegradabile. In quanto alle piante, gli scarti sono macerati e usati come fertilizzante naturale in modo da remineralizzare il terreno, mentre quelle da cui sono prelevati degli steli, si rigenerano in meno di un anno. La brand identity di Bananatex® è chiara: dar vita ad un’economia circolare del tutto green che trasformi in filato una fibra ricavata da una pianta prevista dalla natura in quello specifico ecosistema.
Altre fibre 100% green
La scelta di filati a basso impatto ambientale è vastissima. La politica green adottata da moltissimi luxury brand vede infatti un cambio di rotta drastico circa la scelta dei materiali con cui realizzare i propri capi o accessori. Tra questi, troviamo fibre usate da millenni come la lana, il cotone, la lana di yak o il lino. Il tencel invece, è un materiale piuttosto nuovo e molto amato, ricavato dalla rigenerazione della cellulosa della pianta di eucalipto e dell’albero del faggio; tra le fibre del futuro, impossibile non citare il kapok. Soprannominata “lana vegetale”, è un ricavato dell’albero di Caiba Pentadra, pianta tipica delle zone pluviali dell’America del Sud. Anche la juta, il caucciù e la canapa, oltre che la ramia sono tutti materiali desinati a trovare sempre più spazio nella fashion industry.
Dalla consistenza simile al cotone, la bag in fibre di banano vuole fare da apripista ad un nuovo concetto di moda, che deve mettersi al servizio delle esigenze del pianeta e non il contrario. Il sodalizio tra la maison ed il brand pone anche l’attenzione sulla qualità, dato che Bananatex ha ottenuto la certificazione Cradle to Cradle® Gold, lo standard più avanzato a livello globale per prodotti sicuri, circolari e realizzati in modo responsabile.
Leggi anche – Stella McCartney sposa la sostenibilità: prima eco-tuta in “BioSequins”