Quando si parla di costumi o di Red Carpet, il pubblico e gli addetti ai lavori spesso si limitano ad analizzare quello che vedono in superfice, ponendo il focus sulle forme dell’abito, sul modo in cui il capo rispecchia la personalità di chi lo indossa, sul rapporto che spesso intercorre tra le celebrity e lo stilista, spesso sancito da una collaborazione reciproca in ottica marketing. Quasi mai ci si concentra però su chi questi abiti li realizza o li ha realizzati in passato, contribuendo attivamente ad alimentare quella macchina dei sogni che rappresenta ancora oggi il cinema. Tra le personalità entrate in tal senso nella storia spicca senza alcun dubbio la costumista Edith Head, considerata una delle designer più influenti di sempre, come testimoniano i sei Premi Oscar conquistati nella sua carriera.

Storia costumista Edith Head - Life&People Magazine

Una passione consacrata solo in un secondo momento: la formazione

Per quanto possa sembrare strano, Edit Head si avvicinò concretamente all’arte del costume soltanto da adulta. La nativa di San Bernardino sviluppò il suo percorso di studi nelle lingue, laureandosi in letteratura francese a Berkeley e conseguendo tempo dopo anche un master in lingue romanze presso l’Università di Stanford. Una volta intrapresa la carriera nell’insegnamento, in Edith è cominciato però a crescere dentro la voglia di esplorare anche qualcosa di più creativo, in modo da soddisfare anche una certa esigenza artistica. Per questo motivo si iscrive a dei corsi d’arte serali all’Otis College of Art and Design.

Storia costumista Edith Head Life&People MagazineNel 1923, con pochissima esperienza alle spalle, viene folgorata da un annuncio pubblico della Paramount Pictures che cercava personale del dipartimento costumi. Sarà la svolta della sua vita. Prima infatti Edith realizzerà soltanto dei bozzetti, per poi spostarsi alla realizzazione di costumi veri e propri destinati al cinema muto, coronando di fatto il proprio sogno. Dopo dieci anni diventa quindi capo reparto di tutta la Paramount: un traguardo praticamente irraggiungibile.

La migliore costumista di Hollywood

Il successo trionfale arriva tuttavia negli anni cinquanta, quando Edit Head viene riconosciuta su larga scala come la sarta dei sogni, elevando la figura della costumista ad un altro livello. La designer riesce nell’intento, clamoroso, di far percepire la figura professionale alla stregua delle altre, dunque allo stesso piano di registi, sceneggiatori e attori. L’artista era solita parlare a lungo con gli attori e le attrici prima di pensare ai costumi, al fine di captare nel miglior modo possibile le varie caratteristiche e le personalità, creando dunque anche un rapporto di empatia con le dive riuscendo a coinvolgerle nel processo di creazione, garantendo dunque un dialogo speciale.

Storia costumista Edith Head - Life&People MagazineNon è certamente facile riassumere in poche righe gli abiti meravigliosi concepiti dalle mente di Head. Nel corso della sua vita realizza infatti costumi per più di quattrocento pellicole, lavorando a stretto contatto con le dive più iconiche della Hall Of Fame: da Cary Grant a Paul Newman, da Elizabeth Tayor a Lana Turner passando per Steve McQueen, Ingrid Bergman, Audrey Hepburn e Grace Kelly. Per questo motivo tra i pezzi più noti figurano quelli di “Colazione da Tiffany”, “Cenerentola a Parigi” e “Vacanze romane”, oltre che numerose produzioni di Alfred Hitchcock.

Il rapporto con Hitchcock e la morte

Tra i tanti sodalizi con i registi spicca senza alcun dubbio quello con Alfred Hitchcock. Con il Maestro del brivido metterà in scena ben undici produzioni, tra cui spicca “Caccia al ladro”. malgrado tutto però i due non vinsero mai una statuetta, confermando dunque la rilevanza a volte effimera dei riconoscimenti del cinema, spesso troppo ingrati con le personalità più impattanti. Head comunque conquisterà l’Academy grazie a “L’ereditiera” (1950), “Sansone e Dalila” (1951), “Eva contro Eva” (1051), “Un posto al sole” (1952), “Vacanze romane” (1954) e “Sabina” (1955).

Life&People MagazineDopo aver partecipato anche ad alcuni film in veste di attrice, complice un viso magnetico e particolare – non a caso ripreso dalla Pixar per il film d’animazione “Gli incredibili” (2004) la più celebre costumista di tutta la storia del cinema, Edith Head si spegnerà nel 1981, lasciando in eredità una lezione di vita e un’aforisma ancora oggi condiviso:

“Quello che il costumista fa è a metà strada tra magia e camouflage.Creiamo l’illusione di trasformare gli attori in quello che non sono”.

E’ proprio vero.

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