Lo slang giovanile, si sa, muta molto velocemente. Ripetutamente infatti, ogni generazione conserva propri termini di riferimento, spesso utilizzati appositamente anche in modo ossessivo, come senso di appartenenza e di distanza sociale verso le persone più grandi. Ogni volta risulta davvero ostico riuscire a seguire il linguaggio della Generazione Z (ovvero ragazzi nati tra il 1997 e il 2010), sempre in movimento e fortemente influenzato non solo dalla cultura della musica rap e urban – genere che si ciba proprio dello slang di strada elevandolo a manifesto artistico e identitario – ma anche da nuovi personaggi come i content creator che, da twitch a tik-tok, influenzano attivamente i propri follower, contribuendo in modo attivo alla nascita di una terminologia, spesso radicata soltanto alla proprio community. Ma come orientarsi in questo marasma di parole, a volte completamente incomprensibili per gli adulti?  Quali sono i termini più utilizzati dalla Generazione Z?  Una guida che certamente vi farà restare dei boomer con più consapevolezza.

B come Boomer

Partiamo proprio dal termine più utilizzato, “Ok, boomer”, espressione con cui la Gen Z sbeffeggia i più grandi nelle situazioni in cui questi ultimi dimostrano di essere fuori dal tempo e incapaci di comprendere a pieno i cambiamenti sociali e culturali. Tecnicamente, infatti, la generazione Boomer raggruppa i nati dal 1945 al 1964. Ma occhio, tutti possono essere dei boomer. Anche un 2007, se particolarmente bigotto o di non particolari larghe vedute, può essere etichettato come tale.

termini Generazione Z | Life&People Magazine

C come Crush

In parole povere, avere una “crush” significa provare una forte attrazione nei confronti di qualcuno. Ma attenzione. Non è esattamente la stessa cosa di avere una “cotta”. I ragazzi della Gen Z infatti sono soliti definire “crush” un tipo di interesse non necessariamente legato alla sfera sentimentale o romantica, bensì qualcosa di più leggero o meramente sessuale. Non a caso sono molto note le cosiddette “gym crush”, ovvero le attrazioni verso i ragazzi o le ragazze che generalmente si incontrano in palestra o in un contesto sportivo.

C come Cringe

Questo è un termine il cui significato presenta una sfumatura che, almeno linguisticamente, non è stata affrontata dalle generazioni precedenti. Per “Cringe” infatti si intende una situazione di fortissimo imbarazzo con connotazione negativa, non declinato quindi in senso “dolce”: un piccolo esempio. Un ragazzo che si imbarazza davanti a una ragazza non è per forza cringe. Ma se questo per conquistare la propria amata le dedica una poesia d’amore davanti a tutta la scuola allora è cringe (molto cringe).

F come Friendzone

Ahia, quando parte la friendzone non è mai una bella cosa. Letteralmente il termine indica una zona d’amicizia. Moralmente si può leggere invece come un clamoroso due di picche. Si tratta essenzialmente di una relazione amorosa a senso unico. Uno dei due agenti sarebbe interessato a cominciare una vera e propria storia d’amore, ma l’altro lo vede soltanto un amico. Tutti, nella nostra vita, siamo stati friendzonati da qualcuno.

G come Ghost

Comportamento oggettivamente insopportabile il cosiddetto Ghosting, termina che deriva da Ghost di cui esistono al momento due accezioni: la prima è riservata a coloro che interrompono bruscamente una relazione senza fornire alcuna reale motivazione, sparendo dalla circolazione e non rispondendo più ai messaggi. Uno scenario difficile da affrontare che può capitare anche in contesti più legati all’amicizia. Ma nell’ultimo periodo il ghost viene usato anche per indicare il comportamento di un individuo che, volutamente, preferisce non rispondere a chiamate o messaggi.

termini Generazione Z | Life&People Magazine

M come Meme

L’incubo dei “grandi”. Per meme, di gran lunga una delle parole più utilizzate dai giovanissimi, si indica un contenuto (un video, una frase, un frame, un audio) estrapolato dal suo contesto e declinato in chiave ironica. Tutto può diventare un meme, soprattutto oggi con il grande utilizzo della piattaforma Tik-Tok, forse la più grande risorosa del meme-making.

M come Mood

Una terminologia difficile da spiegare non tanto per il significato quanto per il contesto in cui viene utilizzata. Il genere indica lo stato d’animo che una persona prova in quello specifico momento, spesso associandolo a dei meme (vedi sopra) o a una conversazione.

P come Pov

Occhio perché questo termine ha del controverso, oltre a essere probabilmente l’espressione più criptica da dover sciorinare. POV è l’acronimo di Point Of View (punto di vista) e indica appunto il punto di vista su una persona. Spesso viene utilizzato in contesti social come i Reel di Instagram e TikTok: attraverso il video in sintesi noi capiamo di stare vedendo la storia raccontata attraverso il punto di vista dell’utente. Dove sta l’aspetto controverso? POV è anche una celeberrima categoria facente parte dell’industria legata al cinema per gli adulti. Dunque, cari boomer, occhio a cosa cercate.

termini Generazione Z | Life&People Magazine

R come Red flag

Le giovani generazioni, differentemente da quelle precedenti, risultano essere estremamente attente a quello che gli succede attorno, anche da un punto di vista sentimentale. Anche per questo motivo utilizzano con cognizione di causa il termine “Red flag” (bandiera rossa), espressione che indica un segnale di comportamento del potenziale partner che può scaturire dei problemi in ottica della coppia.

S come Ship

Questa è facile. Shippare qualcuno significa esprimere la volontà di vedere due persone insieme in una relazione amorosa. Viene utilizzato sia nella vita di tutti i giorni che in contesti artistici. Non sono poche in tal senso le fanpage di popstar che sperano di vedere il proprio idolo o la propria idola impegnati con un’altra celebrity.

S come Snitch

Se vostro nipote è fan di Tha Sup o della trap in generale, almeno una volta vi sarete chiesti cosa diavolo voglia dire questa parola. E il riferimento alla musica rap non è certamente casuale. “Snitch” infatti significa fondamentalmente “spiare”, rivelare alle autorità un determinato accaduto. “Non voglio snitch, nel gang” (non voglio spie nella mia banda), cantava Drefgold.

T come Trigger 

Molti confondono il trigger con il cringe, ma i due termini sono profondamente diversi. Con “trigger” si vuole infatti esprimere non una sensazione di imbarazzo, bensì di vero e proprio fastidio.

Termini della generazione Z: le abbreviazioni

Esattamente come i millennials, famosi per utilizzare delle formule oggi rileggendole davvero cringe (da dove dgt, xkè ecc), anche la Gen Z, nativa digitale al 100% utilizza diverse abbreviazioni. Ma a differenza dei più grandi queste sono internazionali, generalmente utilizzate sia in UK che negli Stati Uniti oltre che in tutte le zone più importanti dell’occidente. Terminiamo quindi la nostra carrellata con le abbreviazioni più frequenti.

  • AKA: Also Know as (conosciuto anche come)
  • ASAP: As Soon As Possible (il prima possibile)
  • BDW: By the way (comunque)
  • BRB: Be Right Back (torno subito)
  • DYI: Do It Yourself (fai da te)
  • FYI: For Your Information (a titolo informativo)
  • FWIW: For  what  it’s worth (per quel che vale)
  • IMO: In my opinion (secondo me)

 Life&People Magazine

  • IRL: In real life (dal vivo)
  • LMK: let it me know (fammi sapere)
  • LOL: Laugh Out Loud (ridere ad crepapelle)
  • NSFW: Not safe for work (non appropriato per il lavoro, spesso rivolto a contenuti erotici o per adulti)
  • OMG: Oh My God (oh mio Dio)
  • TBC: To be confirmed (da confermare)
  • TBF: To be fear (a dirla tutta)
  • TBH: To Be Honest (ad essere onesti)
  • TTYL: Talk To You Later (parliamo dopo)
  • YOLO: You Only Live Once (si vive una volta sola)

Leggi anche: Rosa Chemical porta a Sanremo il gender fluid: cosa significa?

Condividi sui social