Una notizia terrificante ha colpito il cuore di tutti gli italiani. Nel primissimo pomeriggio di venerdì 24 febbraio, è scomparso a 84 anni Maurizio Costanzo, un vero e proprio gigante della televisione italiana, pilastro del Novecento nonché autore di una delle più grandi innovazioni del tubo catodico: nel corso della sua carriera è stato il primo a unire l’alto e il basso, coinvolgendo sullo stesso palcoscenico sia gli esponenti più elevati della borghesia e dalla cultura italiana mettendoli a confronto con realtà e vissuti completamente diversi. Un Maestro, un genio, ma soprattutto, una persona amatissima. Il nostro sentito ricordo del giornalista Maurizio Costanzo

Le mille sfaccettature di Maurizio

Nato a Roma il 28 agosto 1938, Costanzo intraprende da giovanissimo la carriera di giornalista, cominciando dal 1956 una lunga gavetta che lo porterà prima nella redazione di TV Sorrisi e Canzoni e, successivamente, in quella di un altro settimanale di prestigio: Grazia. Su queste due testate avrà già l’occasione di intervistare personaggi molto importanti dello spettacolo italiano, uno su tutti Totò. Eppure, la prima miccia che segnerà in modo indelebile il percorso di Maurizio arriverà nel 1966, annata in cui debutta come autore radiofonico in un programma RAI, “Canzoni e nuvole”, condotto da Nunzio Filogramo.

Ricordo Maurizio Costanzo Life&People MagazineCostanzo dimostra di essere una personalità estremamente flessibile e in grado di lasciare il segno: sempre nel 1966 non a caso firma il testo di una canzone che diventerà poi caposaldo del repertorio della musica italiana, “Se telefonando” di Mina. L’anno successivo invece conosce un allora esordiente Paolo Villaggio e, insieme a lui, inventa il personaggio di Fracchia (poi entrato di diritto nell’immaginario collettivo). Come se non bastasse realizza inoltre il copione per un originale televisivo, “Sposarsi non è facile”, in onda sempre sulla RAI. A partire dal 1970 arriva poi la prima conduzione in radio, “Buon pomeriggio”, con Dina Luce, il vero trampolino di lancio verso la consacrazione.

Il colpo di genio

Nella metà degli anni Settanta Costanzo riesce ad intuire la forza dirompente di un format TV ancora agli albori, il talk show (portato in Italia da Rispoli con “L’ospite delle 2”), accaparrandosi un tripudio di consensi grazie a “Bontà loro”, salotto televisivo in cui convergevano personaggi importantissimi, spesso affiancati da persone qualunque.

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Storica in tal senso è rimasta l’intervista al Presidente del Consiglio Giulio Andreotti, la prima svolta all’interno di uno studio televisivo. Seguiranno dunque altri esperimenti, tutti splendidamente riusciti, da Acquario (1978-1979) a Grand’Italia (1979-1980) passando per Fascination (1984) e il suo programma più importante e universalmente riconosciuto come pietra miliare della televisione italiana, il Maurizio Costanzo Show.

Il salotto della tv: il “Maurizio Costanzo Show” 

Arduo sintetizzare cosa ha rappresentato nel corso degli anni un format come il Maurizio Costanzo Show, summa massima della poetica del giornalista appena scomparso. Si tratta infatti del talk show più longevo della storia della tv nostrana, composto dalla bellezza di quarantadue edizioni tra 1982 e 2022. Un programma culto spalmato in cinque giorni della settimana (impensabile fare una cosa del genere oggi) rigorosamente in seconda serata. Lo show di fatto si poneva come evoluzione di “Bontà loro”. Sul palcoscenico del Teatro Parioli in Roma il conduttore invitava infatti un parterre di ospiti molto ampio, alcuni molto celebri, altri meno, a parlare degli stessi temi, a volte impegnativi (politica, arte, letteratura, cultura) altre volte più scanzonati  (gossip e la cronaca in generale).

Ricordo Maurizio Costanzo Life&People MagazineImmancabili poi le interviste, affrontate sia con personaggi televisivi che con gente comune. Di solito le puntate gravitavano attorno un argomento centrale, non risparmiando però divagazioni e divertenti fuori programma.  Innumerevoli le personalità che hanno trovato immensa fortuna proprio partendo dal palco del Maurizio Costanzo Show: Vittorio Sgarbi, Gianpiero Mughini passando per una grande ondata di comici; Lello Arena, Daniele Luttazzi, Enrico Brignano, Lello Arena, Enzo Iachetti, Alessandro Bergonzoni e Giobbe Covatta.

La lotta alla mafia e l’attentato fallito 

Spesso il Maurizio Costanzo Show diventava anche un mezzo di divulgazione estremamente importante. Il caso più esemplificativo riguarda chiaramente quello della lotta alla mafia. Proprio negli anni più complicati della Storia del nostro Paese il giornalista dedicava numerose puntate all’argomento, prendendosi la responsabilità di invitare in trasmissione personalità e obiettivi sensibili come il giudice Giovanni Falcone, più volte ospite in Teatro.

Ricordo Maurizio Costanzo Life&People MagazineUn atteggiamento che gli costò quasi la vita. Nel 1993 infatti, un anno dopo la strage di Capaci e Via D’Amelio ovvero nel periodo in cui la mafia avanzò una vera e proprio battaglia a viso aperto contro lo Stato, Costanzo e la moglie Maria De Filippi scamparono ad un attentato il 14 maggio del 1993 grazie a un “miracoloso” malfunzionamento dell’ordigno piazzato in un autobomba in via Fauro proprio vicino al Teatro Parioli in Roma. Da quel giorno, Maria De Filippi non è mai più salita nella stessa automobile con il marito.

La domenica italiana 

Ma oltre allo show notturno in seconda serata, il grande istrionismo di Maurizio Costanzo emerse anche in un format completamente diverso, “Buona domenica”, super programma-maratona che accompagnava il pomeriggio televisivo delle reti Mediaset.  Una trasmissione lunga oltre 300 minuti di cui si ricorda soprattutto il periodo 1991-2005. Costanzo diventa conduttore del programma nel 1996, spalleggiando lo spumeggiante Fiorello e inondando di buon umore le famiglie italiane.

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Un ruolo diverso quello assunto dal giornalista in questa occasione, capace di fare le veci di padrone di casa lasciando i suoi colleghi a briglie sciolte, liberi di intrattenere il pubblico seguendo il proprio stile e le proprie peculiarità. Furono, non a caso, gli anni d’oro di Paolo Barale, Laura Freddi, Massimo Lopez, Claudio Lippi,  Enrico Papi, Luca Laurenti e tanti altri. Ognuno di loro riuscì a confezionare un momento-manifesto (pensiamo al Cangurello di Lopez o al gioco “indovina il nome” di Claudio Lippi) attesissimo dallo spettatore ogni domenica.

Il ricordo di Maurizio Costanzo: cosa ci lascia il gigante dei talk? 

Ma adesso che Maurizio ci ha lasciati, è importante concentrarsi sul futuro. Quale eredità ha trasmesso il conduttore alla televisione di oggi? Guardando lo spettacolo, perlopiù orrido, di alcuni talk attuali, verrebbe da dire ben poco.

Life&People MagazineLa sensazione è infatti che i programmi attuali non siano riusciti a cogliere l’essenza più pura dello spirito di Costanzo, dividendosi tra contenitori seri, formali ed eccessivamente radical chic ad altri invece sfacciatamente trash e vacui, dove si cerca il contenuto nello starnazzo e nella rissa a tutti i costi. I salotti del conduttore non erano così. Le liti, che non sono mai mancate, scaturivano in modo spontaneo e senza alcun tipo di artificio, spesso a causa di personaggi che erano eccessivamente attaccati alla propria visione e alla proprie ideee che, a prescindere dalle opinioni di ciascuno, si dimostravano comunque di spessore. Oggi manca proprio questo, lo spessore: senza spessore, non può esserci contenuto. E Costanzo lo ha capito prima di tutti. Ciao, Maurizio, che la terra ti sia lieve!

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