Il 2022 è principalmente ricordato per l’invasione russa in Ucraina e sarà ricordato nei libri di storia anche in altre regioni del mondo per un altro motivo. È il caso della rivoluzione iraniana, scoppiata a causa dell’arresto e della morte sospetta di Mahsa Amini la ragazza, appena ventiduenne, fermata nella capitale dalla polizia perché non indossava correttamente l’hijab, il caratteristico copricapo che nasconde le spalle e i capelli.
Amini portata via con la promessa di ritornare entro poche ore:
invece dopo tre giorni venne dichiarato il suo decesso, dovuto ufficialmente ad un infarto. Le dichiarazioni dell’ospedale in cui è stata ricoverata però riportano una versione diversa: era già morta e presentava dei segni di pestaggio, poi corroborati da delle testimonianze interne. La sua fine brutale ha scatenato un’insurrezione popolare, guidata soprattutto dalle donne e dai giovani. Per capire la situazione di questo popolo, passato negli anni Settanta da una politica liberale alla Repubblica islamica, servirebbero studi storici e culturali approfonditi. Ma per comprendere meglio la loro anima però potrebbe bastare leggere la loro letteratura. Per questo ci sono dei libri da leggere per le donne in Iran, scritti dalla penna di autrici persiane.
Libri da leggere
- Per ordine di pubblicazione, il primo titolo risale al 2000. Si tratta della graphic novel “Persepolis” di Marjane Satrapi. La potenza di quest’opera, successivamente trasposta nella sua versione cinematografica, risiede nel fatto di essere accessibile a un ampio pubblico. L’universalità dell’esperienza umana della protagonista e l’efficacia della forma utilizzata contribuiscono a rendere la vicenda perfetta per ogni età. Con uno stile autoironico e graffiante, la fumettista stila un’autobiografia, a metà fra Teheran e Vienna. La frattura di questa vita inizia durante l’infanzia con l’instaurazione della teocrazia. Il velo, i divieti e il clima di terrore la strappano al proprio stato di bambina, portandola a dover fuggire dal proprio paese per iniziare il liceo in Europa. Le differenze culturali, la lontananza da casa e il sentirsi in un qualche modo traditrice della sua patria la portano a tornare dopo alcuni anni e a riscoprirsi una creatura di confine. Non più iraniana, non europea, la giovane Marjane si scompone e si ricompone per trovare un’identità e una missione, al di là del peso della Storia.
Titoli classici e recenti: due scrittrici a confronto
- Di complessità maggiore è invece “Leggere Lolita a Teheran” di Azar Nafisi. L’autrice, al tempo professoressa di letterature straniere presso l’Università di Teheran racconta la propria esperienza, il ritorno culturale e professionale dopo anni di dottorato in America. Nella sua “vita da aula” passa al lettore il confronto culturale ed ermeneutico fra i giovani studenti e le grandi opere della letteratura occidentale, portando a galla degli interrogativi e delle riflessioni etiche e morali lontane dalla nostra cultura. Però la protagonista crea anche un gruppo di lettura clandestino, tutto al femminile. Al suo interno circolano fotocopie, estratti di opere da lungo tempo bandite che scatenano alle giovani donne riflessioni sulla propria condizione e una nuova consapevolezza. In questo modo la letteratura riesce, nel suo silenzio e nel suo raccoglimento, a diventare sovversiva.
- Del 2020 è invece Sedici parole di Neva Ebrahimi, giornalista e attivista iraniana. La narrazione inizia quando il suo personaggio principale, Mona, deve tornare nella propria terra per la morte della nonna. Il confronto con questo richiamo però ha le sue difficoltà: vivendo a Colonia, sente l’Iran oramai molto lontano da sé, alieno al proprio modo di rapportarsi con il mondo. Sarà un incontro a metterla di nuovo di fronte alle proprie radici e al proprio senso di appartenenza. La scrittrice ci accompagna in questo viaggio grazie appunto alle parole, aralde delle sensazioni intraducibili che sente nei confronti di una cultura che le appartiene, ma non totalmente.
Leggi anche –Mahsa Amini, la storia della donna che potrebbe cambiare per sempre il volto dell’Iran