Nelle ultime settimane è sotto il ciclone dei media il rapper e imprenditore Kanye West, personalità controversa abbandonata da tutti i principali brand di moda a causa di alcune frasi inaccettabili e discriminatorie pubblicate sui social e, in linea generale, per un comportamento sempre in equilibrio tra guizzi di genio e cadute nell’abisso. Una condizione che lo statunitense ormai vive da diverso tempo, non per nulla gli è stato diagnosticato il disturbo bipolare: ma di quale patologia si tratta? Come individuare questo disturbo dell’umore?
Come riconoscere un disturbo bipolare?
Secondo gli studi, sarebbero tre i fattori alla base del disturbo, legati essenzialmente ad agenti genetici, ambientali e biologici. Ormai infatti sembra essere un fatto acclarato quello di “ereditare” dai parenti (non sempre accade) proprio la stessa condizione di sofferenza: spesso però il disturbo è causato da squilibri nei neurotrasmettitori oppure negli ormoni che agiscono sul cervello. Altra causa possono essere poi gli eventi traumatici che, purtroppo, possono fungere da vera e propria miccia nel fenomeno del bipolarismo, soprattutto in una personalità particolarmente fragile o sensibile. Pare sia difficile individuare dei sintomi comuni tra gli individui, i quali il più delle volte manifestano dei disagi e dei fastidi diversi da caso a caso. Tutti però sono concordi nell’attribuire una caratteristica simile a tutti gli affetti del disturbo, ovvero quella dei continui sbalzi di umore.
Un fatto invalidante: chi è affetto da bipolarismo tende infatti ad alternare dei momenti di forte depressione a delle fasi definite maniacali, con la prevalenza però della prima caratteristica rispetto alla seconda. Ma cosa succede nella cosiddetta fase maniacale? In questa condizione il paziente risulta essere molto iperattivo, caotico e su di giri, tanto da non sentire neanche la necessità di dormire o di mangiare rendendosi artefice spesso di gesti impulsivi o di azioni pericolose senza riuscire a valutarne concretamente le conseguenze (pensiamo per esempio al gioco d’azzardo, lo shopping compulsivo e tanto altro). Altri soggetti però possono manifestare non la fase maniacale, bensì la fase disforica, incentrata su una componente di fortissima rabbia, al punto di diventare ingestibile; un fenomeno questo secondo recenti studi dai numeri non così tanto elevati.
La delicata analisi negli adolescenti
Attenzione però a credere che qualsiasi gesto possa rivelarsi un campanello d’allarme, soprattutto quando si è genitori. Gli adolescenti, da sempre, convivono per anni con una grandissima condizione di disagio, caratterizzata proprio dai cambiamenti repentini dell’umore, assolutamente normali a quell’età. Come distinguere allora il tutto? La risposta è arrivata dalla psichiatra infantile Kristin Francis in un paper di approfondimento sul tema. Secondo la scienziata è importante capire se è effettivamente presente una ragione e una natura di risposta a determinati comportamenti:
«Per comprendere se certe reazioni sono in linea con un comportamento tipico adolescenziale o rappresentano il sintomo di qualcosa di più serio – ha spiegato Francis – è importante osservare se gli sbalzi d’umore sono in risposta a una situazione specifica e ben definibile».
Rivolgersi a uno specialista per qualsiasi dubbio
In realtà, come in tutte le branche della medicina, per essere sicuri di non incorrere in un giudizio o in una situazione sbagliata che può nel tempo rivelarsi iireversibile, è sempre opportuno rivolgersi ad uno specialista, l’unico in grado di poter nel caso individuare il disturbo e, se possibile, correre ai ripari. Solitamente in casi come questi sono somministrati dei farmaci stabilizzanti dell’umore e antidepressivi, utilizzando in particolar modo nelle fasi depressive il litio, farmaco particolarmente efficace per la causa. Ad un trattamento farmacologico poi ne viene affiancato spesso anche uno di psicoterapia, la vera e propria ancora di salvezza della nostra mente.
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