Osservando la sua simpatia dirompente sul piccolo schermo e la sua disinvoltura da deejay, sarebbe difficile per chiunque immaginare che dietro al sorriso di Ema Stokholma si nasconda una storia a dir poco tragica. Eppure, il sipario della fama – si sa – cela sempre qualche retroscena inaspettato nelle sue ampie pieghe. Così, come molte altre stelle del firmamento dello spettacolo italiano e non, anche la neoconcorrente di Ballando con le stelle ha fatto luce sul suo passato, rivelando un vissuto drammatico che in pochi si sarebbero aspettati.

Chi è davvero Ema Stokholma? Il triste passato di Morwenn Moguerou

Deejay, conduttrice, volto noto della TV italiana, modella e – più recentemente – scrittrice, Ema Stokholma si è guadagnata l’affetto degli italiani da dietro i microfoni di Rai Radio 2, prima di partecipare agli show Pechino Express e Ballando con le stelle, dimostrando in entrambi i casi di poter contare su una forza di volontà non comune. Solo di recente, però, la deejay ha fatto cadere il velo di Maya in cui la notorietà l’aveva avvolta. Sotto, c’era Morwenn Moguerou, il suo vero nome, che porta con sé il fardello di un’infanzia difficile e traumatica.

storia ema stokholma | Life&People Magazine

Francese di origine ma naturalizzata italiana, la giovane Morwenn nasce a Romans-sur-Isère, un piccolo comune della regione Rhône-Alpes, da padre italiano e madre francese. Cresce tra il Midi e la Bretagna, ma con la nascita di suo fratello minore Gwendal ogni parvenza di serenità abbandona definitivamente il suo nido famigliare. Prima l’abbandono del padre, che lascia moglie, figlia e secondogenito in arrivo senza mai più tornare indietro. Poi il dolore della madre, che trasforma definitivamente la piccola Ema in un bersaglio.

«I miei primi ricordi sono violenti», ha raccontato solo l’anno scorso la conduttrice radio. Non ricordo un abbraccio, un sorriso, una pacca sulla spalla. Mi ricordo solo botte, insulti e umiliazioni. Mia madre era incinta quando mio padre se ne è andato. Il dolore, la disperazione e la solitudine l’hanno fatta impazzire».

Figlia di una “madre mostro”: l’infanzia traumatica e la fuga in Italia

Molestie fisiche e mentali, umiliazioni, traumi: per la giovane Ema e per suo fratello Gwendal tutto questo faceva parte di una routine che li ha accompagnati per anni. Vittime di una madre che incolpava i propri figli per la sua solitudine, i due hanno convissuto a lungo con paura e risentimento. Ema Stokholma lo racconta nel suo libro, “Per il mio bene”: da bambina, l’unico mostro che la spaventava era lo stesso che chiamava mamma.

«Tornavo a casa e ci picchiava», ha raccontato. «Mi metteva la testa sotto l’acqua, nel water, mi incitava a suicidarmi. Mi è capitato che mi portasse su un ponte dicendomi di buttarmi da sola altrimenti lo avrebbe fatto lei».

storia ema stokholma | Life&People MagazineAllo stesso tempo, però, la conduttrice ha oggi la lucidità per riconoscere quanto sua madre fosse in difficoltà. «Credo che lei non stesse bene. Non c’è mai stato nessun aiuto psicologico e nessuna diagnosi». Ben lungi dal giustificarla, a distanza di decenni Ema non ha perdonato sua madre. La ricorda semplicemente per quello che era: una donna inadatta alla maternità, che avrebbe dovuto ricevere aiuto ed essere fermata.

«Mia madre non c’è più e non mi ha mai chiesto scusa, non c’è motivo di perdonarla. Ho preferito capirla, provare empatia per lei. Perdonare vorrebbe dire: ok, riparto da zero, invece no. Io mi ricordo tutto quello che è stato fatto a me e a mio fratello. Ma ora so che anche lei era una vittima».

Ema Stokholma storia | Life&People Magazine

Con una simile situazione tra le mure domestiche,

non sorprende che la giovane Morwenn abbia più volte tentato di scappare. L’ultima fuga risale alla sua prima adolescenza, quando la futura Ema Stokholma aveva solo 15 anni. Maltrattata da un genitore, infatti, l’istinto l’ha portata a cercare l’altro: così, lascia la Francia e parte per l’Italia, alla ricerca del padre. Si imbarca in un viaggio incredibilmente difficile, da clandestina, con solo pochi averi con sé. E, arrivata al traguardo, ad attenderla non c’è che l’ennesima delusione. «Ho provato a raccontare tutto a mio padre, ma c’è poco ascolto quando ci sono storie del genere. Se tu non entri nei particolari, la gente non capisce».

La rinascita: quando Morwenn divenne Ema

È stato probabilmente con il secondo abbandono da parte di suo padre che la giovane Morwenn decise di cambiare vita. Dopo essere stata costretta al vagabondaggio, alla vita da squatter e a dormire in case occupate o abbandonate, ha deciso di mettere un punto alla sequela di abusi e traumi che avevano costellato la sua adolescenza.

«Ho toccato il fondo e poi mi sono detta: basta, voglio andare dove c’è la luce, dove c’è l’aria, voglio respirare. Non mi perderò mai più».

Così, dalle ceneri di Morwenn, è nata la nuova storia Ema Stokholma. Rimasta a Roma per sfidare il rifiuto del padre, la giovane ha iniziato così una carriera nella moda, finendo per essere notata ben presto dai marchi più prestigiosi d’Italia. I cataloghi di Valentino, Dolce&Gabbana, Fendi e molti altri sono diventati il trampolino di lancio della sua rivincita personale, proiettandola dove avrebbe scoperto la sua vera vocazione: dietro alla console da deejay.

La carriera in radio e in TV: «a Ballando con le stelle ho scoperto di avere un corpo»

Indossate le cuffie da DJ, Ema ha conquistato le piste delle discoteche di tutta Europa, suonando il canto della sua rinascita a tutto volume. Il debutto in TV arriva poi nel 2013, quando viene scelta per condurre l’aftershow degli MTV Italian Awards. La sua simpatia dirompente conquistano subito la cinepresa, inaugurando una lunga serie di partecipazioni televisive. Da Jump! Stasera mi tuffo a Aggratis, da Challenge4 al travel show Pechino Express, dal quale esce vincitrice insieme all’amica Valentina Pegorer.

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Nel frattempo, anche la sua carriera da deejay decolla: dalla conduzione del programma radiofonico Back2Back di Radio 2 arriva a condurre la diretta del Festival di Sanremo prima, della finale dell’Eurovision Song Contest poi. Da ultima, infine, l’esperienza a Ballando con le stelle, che ha contribuito a farle accettare il corpo che sua madre le aveva insegnato a odiare:

«Faccio un percorso in analisi da tanti anni e mi sono resa conto che c’era un muro: non accettavo la mia immagine. I tatuaggi, i capelli rosa sono un modo per nascondere il mio corpo… in poche settimane è cambiato tutto. È come se avessi scoperto di avere un corpo, una postura, una sensualità».

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