Se c’è un’arte che più delle altre ha influenzato e sempre influenzerà il mondo della moda, quella è certamente il cinema. In più di cento anni di attività infatti dal grande schermo sono fuoriuscite tendenze e outfit divenuti iconici e rimasti nella storia, come ad esempio il bellissimo e super sexy abito indossato da Julia Roberts nella scena inaugurale di “Pretty Woman”, pellicola firmata da Garry Marshall distribuito nelle sale il 13 luglio 1990, perfetto contraltare al look sofisticatissimo ed elegante delle scene successive.
Julia Roberts: il suo abito iconico è ispirato a un costume da bagno
Una scena rimasta impressa la memoria di tutti. Sulla Hollywood Boulevard ci sono due prostitute, una è la celebre Vivian Ward, interpretata dalla bellissima Julia Roberts. Le due discutono dei propri affari, non proprio floridi, e Julia è di una bellezza stravolgente: seduta in una panchina la nostra sfoggia degli stivali in pelle fino alla coscia, un abito stretch con crop top e minigonna uniti da un anello. A impreziosire il look una giacca di rosso fiammante e un cappello.
Marilyn Vance, costumista del film, studiò nel dettaglio la silhouette di Roberts per poter scegliere i capi più adeguati al contesto: per porre l’accento sul carattere da femme fatale di Vivian, l’artista ha pescato direttamente dalla scatola dei ricordi della sua infanzia: la scelta è caduta sulla lezione di Rudi Gernreich, concentrandosi poi in particolar modo su un tipo di costume da bagno molto in voga negli anni settanta contrassegnato da un anello metallico al centro, poi individuato nelle collezione del brand di swimwear Hunza G. Da qui è partito tutto. Per definire ancora più la personalità del personaggio sono stati quindi utilizzati dei poderosi stivali neri, comprati in una boutique punk di Londra e spediti negli States in tutta fretta. Sembra che anche la parrucca bionda, fortemente identitaria di Vivian, sia stata scelta all’ultimo secondo. Uno di quei classici colpi di genio che hanno fatto scuola.
La storia dell’abito, il rosso elegante della scena all’Opera di Pretty Woman: che contrasto!
Incredibile come regista e costumista siano riusciti a sottolineare poi il cambiamento della protagonista nel corso della pellicola. La dimostrazione lampante risiede nel secondo abito più importante (nonché più famoso) del film, quello dell’invito al Teatro dell’Opera. Si tratta di una creazione che, in tutta probabilità, è ispirata alle migliori creazioni della Maison Valentino: un capo sensuale con scollo bardot che mette splendidamente in risalto le spalle con la vita segnata. A rendere il look semplicemente meraviglioso spicca una collana preziosa e un paio di orecchini dal valore complessivo di duecento cinquanta mila dollari. Un costume dunque couture entrato nella storia del cinema e che ancora oggi riceve quotidianamente richieste di copie alla Western Costumers.
Non tutti sanno però che, almeno nelle intenzioni, il vestito in questione doveva essere di colore nero, come spiegato recentemente dalla costumista stessa:
«Io sapevo che quel vestito doveva essere rosso. Così prima di prendere la decisione finale ho creato ben tre abiti differenti in diverse gradazioni di colore. Julia li ha indossati tutti e tre per tante riprese di prova e alla fine abbiamo trovato la sfumatura di colore più giusta e sono riuscita così a convincere tutti quanti a seguirmi per quella strada».
Marilyn Vance, grazie al lavoro straordinario in “Pretty Woman” ricevette una nomination per il miglior costume ai BAFTA 1992, il riconoscimento cinematografico più importante del Regno Unito. Eppure, malgrado tutto, non riuscì a vincere, cedendo il passo a Richard Bruno, trionfatore per il film “Quei bravi ragazzi”. Dimostrazione di quanto i premi, spesso, non dimostrino a pieno gli sforzi fatti dai candidati.
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