Raccontare il mondo attraverso le immagini per invitare gli spettatori a guardare la realtà da una prospettiva diversa. Cambiare il punto di vista. Farsi domande. Gli spazi di Armani Silos ospitano la mostra fotografica Magnum Photos “Colors, Places, Faces”, inaugurata durante la settimana della moda uomo a Milano e aperta al pubblico fino al 6 Novembre. L’arte, il giornalismo e la narrazione si fondono insieme per offrire un percorso particolare e stimolante, mai scontato. Settantacinque anni fa Robert Capa, Henri Cartier-Bresson, “Chim” Seymour e George Rodger, fondarono la Magnum Photos proprio per far vedere la realtà in maniera diversa, spesso andando controcorrente, da veri e propri rivoluzionari.
Magnum Photos è l’agenzia fotografica più conosciuta e importante al mondo
I suoi fotografi sono stati tra i primi a passare dal bianco e nero al colore e a svelare al pubblico i particolari di viaggi nel mondo sulle pagine di riviste e periodici. Hanno descritto posti lontani, persone e culture sconosciute prima della globalizzazione e quando i viaggi di massa ancora non esistevano. Alle due sedi a New York e Parigi si aggiunsero poi quelle di Londra e Tokyo. un modo per organizzare meglio le missioni dei fotografi e produrre alcuni tra i più importanti e drammatici reportage della seconda metà del XX secolo: racconti di guerre, in particolare il Vietnam, catastrofi etniche, eventi sociali.

La fotografia mi appassiona da sempre – racconta Giorgio Armani – perché l’emozione che suscita
è strettamente legata alla sorpresa nell’osservare la realtà da un punto di vista inaspettato. In particolare, ammiro il lavoro dei fotografi Magnum, che ho iniziato a conoscere nel momento in cui io stesso iniziavo a vedere il mondo con occhi nuovi. Colors, Places, Faces ci accompagna in un viaggio a colori attraverso mondi e culture vicini e lontani, trasfigurati da ciascuno degli artisti, attraverso una visione personale. È l’attenzione alla realtà ciò che mi affascina delle loro fotografie, mai semplici reportage e tutte cosi diverse tra loro”, ha aggiunto Giorgio Armani. Dieci fotografi internazionali ancora attivi o scomparsi – espongono le proprie fotografie in mostra ad Armani Silos. Tutti con lo stesso obiettivo: esplorare la realtà per restituirne colori, luoghi, persone, emozioni, segreti.
C’è spazio per Christopher Anderson, che racconta la Cina attraverso gli sguardi che la animano,
Olivia Arthur che racconta Dubai attraverso gli occhi di un naufrago tornato dopo cinquant’anni in una città che da villaggio è divenuta megalopoli. Un viaggio attraverso realtà diverse, vicine e lontane, in cui gli spettatori più curiosi diventano dei veri e propri esploratori per incontrare volti e storie nuove. Il Marocco al centro delle fotografie di Bruno Barbey che racconta come il contatto con quel Paese ha influenzato la sua concezione del colore che è poi diventata la caratteristica del suo lavoro. Emozioni e curiosità nelle foto di Alex Webb, esperto della Street Photography, che raccontano l’America Latina e i Caraibi. Spazio anche alle architetture intese come spazi sociopolitici di Renè Burri, ai litorali visti come luoghi di confine tra terra e acqua di Harry Gruyaert. La vita inglese mostrata da Martin Parr, Tokyo e Venezia nelle fotografie di Gueorgui Pinkhassov. La vita quotidiana in Iran raccontata da Newsha Tavakolian.
Prospettive, colori, volti che raccontano storie inedite di fronte alle quali ogni spettatore si farà delle domande,
darà spazio alla propria curiosità, si potrà emozionare. Una mostra da non perdere. Una mostra importante dal punto di vista culturale con la quale Giorgio Armani fa anche beneficenza. Lo stilista sostiene, infatti, i progetti di Save the Children, organizzazione internazionale che da anni anni lotta per salvare i bambini a rischio e garantire loro un futuro combattendo la povertà e l’abbandono scolastico, incentivando la cultura.