Approda finalmente al cinema “Salvatore – Il calzolaio dei sogni “: la vita, la storia, l’anima visionaria e creativa di Salvatore Ferragamo. Sarà infatti visibile in circa 200 sale italiane da domani 11, fino al 13 ottobre; una tre giorni aperta al pubblico dopo le premiere di Roma, Milano e Firenze. Il docufilm, diretto dal brillante, sensibile e ironico Luca Guadagnino e scritto dalla giornalista di moda e autrice Dana Thomas, è stato presentato fuori concorso alla 77°Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica di Venezia.

Un apparente documentario che contiene tanti film.

Il vivace tributo di Guadagnino all’iconico calzolaio italiano dei sogni, Salvatore Ferragamo funge anche da storia del glamour di Hollywood.

salvatore il calzolaio dei sogni docufilm Life&People Magazine LifeandPeople.it

Come autore di “Chiamami col tuo nome“, Luca Guadagnino è conosciuto come il principale cronista dell’amore romantico. In questo racconto documentaristico applica la sua attenzione a figure appassionate, innamorate di ciò che fanno, da Tilda Swinton a Bernardo Bertolucci, celebrando gli artisti cinematografici con lo stesso amore che rivolge all’estetica e alla biografia del protagonista. Nel riflettere sull’impatto che Ferragamo ha avuto sulla moda, il film riesce ad essere anche un interessante panoramica sulla nascita del cinema e sul suo svilupparsi nella Hollywood degli anni venti.

Una deliziosa lettera d’amore di due ore all’iconico “calzolaio dei sogni” Salvatore,

che traccia non solo l’itinerario artistico del designer ma anche il suo percorso umano attraverso due mondi: l’Italia e l’America. Con autorevoli testimonianze, film amatoriali e ampi primi piani di iconiche scarpe, il film segue Ferragamo dalla Campania agli Stati Uniti; da apprendista ciabattino a Napoli a proprietario dell’Hollywood Boot Shop in California fino al ritorno a Firenze. Ferragamo rivive attraverso la sua voce, testimonianza diretta della sua avvincente vita.

Lo stilista si sente ovunque grazie alle generose interviste che ha rilasciato durante la sua carriera,

ed è proprio lui che spiega alcuni dei passaggi più topici della sua storia. Le interviste alla moglie, ai figli e ai nipoti aiutano a spiegare la sua personalità mentre Martin Scorsese si presenta di tanto in tanto per fare osservazioni più generali sul personaggio, sia come contributo centrale all’arte del cinema che come figura chiave nella storia italiana nel suo complesso; meravigliandosi dei primi esordi di Salvatore Ferragamo come apprendista calzolaio a Napoli.

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“Salvatore il calzolaio dei sogni” è un progetto di passione al limite della mitizzazione.

Con uno spirito affine al protagonista, Guadagnino eccelle nel trasformare dettagli superficiali in esperienze estasianti facendo convivere nel film sia la mitologia dedicata all’artista che la sostanza che sostiene la leggenda. E anche gli spettatori che non hanno familiarità con l’eredità della moda troveranno contagioso l’investimento poetico del regista per l’opera di Ferragamo che fonde biografia personale e critica della moda, esplorando la meraviglia al centro dei disegni dello stilista. Anche se le innovazioni rivoluzionarie di Ferragamo e i brevetti splendidamente disegnati, meriterebbero un cortometraggio tutto loro.

La vita di Salvatore: da Napoli a Hollywood

E’ partendo dalle origini che il docufilm esplora il genio di Ferragamo; seguendo la vera vicenda di un bambino che, fin da piccolo, sente la vocazione di diventare calzolaio. Il film racconta la sua infanzia nella piccola città di Bonito e la sua decisione, ancora adolescente, di trasferirsi a Napoli dove il suo interesse per la realizzazione di calzature è poco apprezzato. Sperando in migliori possibilità si trasferisce prima a Boston, in una fabbrica dove però la produzione di scarpe in serie non è di suo gradimento. Si sposta quindi in California all’inizio degli anni ’20 proprio durante il periodo della nascita dell’industria Hollywoodiana.

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Salvatore entra nelle grazie di molte star del jet set internazionale, diventando “il calzolaio delle stelle”.

Il regista Cecil B. De Mille gli commissiona 100 paia di stivali. Non solo per i registi, ma anche per autentiche star hollywoodiane diviene punto di riferimento glamour. Gloria Swanson indossa un suo celebre modello di calzature con i fiocchi in “Sadie”; Joan Crawford, Mary Pickford e poi in seguito anche Valentina Cortese e Sophia Loren indossano le sue calzature. Nel 1927 ritorna in Italia e apre il suo laboratorio in via Mannelli. Nel 1933 l’azienda, in seguito alla crisi mondiale, dichiara bancarotta. Poi nella seconda metà del decennio si riprende e trasferisce la sua sede a Palazzo Spini Feroni. Dal 1960, dopo la sua morte, la moglie Wanda, a cui il film è dedicato e i sei figli portano avanti con successo la sua attività.

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Il desiderio di Ferragamo è quello di far sognare: il suo genio sta nella capacità di creare scarpe seducenti.

Una vita straordinaria quella percorsa dallo stilista per poter inseguire quello che non è soltanto un sogno, ma una vera e propria esigenza di realizzazione della sua esistenza.

“Questo è il lavoro di tutta la mia vita: imparare a fare scarpe perfette, rifiutando di mettere il mio nome su quelle che non lo sono. Quindi, per favore, al di là della storia del ragazzino scalzo e ignorante che è diventato un celebre calzolaio, concentrate la vostra attenzione sul piacere che deriva dal camminare bene”. ( Salvatore Ferragamo)

Sogna di creare modelli di scarpe confortevoli senza tralasciare l’eleganza e il glamour; modelli affascinanti che vestono come una seconda pelle. Per questo motivo, privilegia l’unione dell’artigianalità con l’innovazione tecnologica, creando degli autentici capolavori. Poi c’è l’intuito, le lezioni di anatomia in cui coglie la stretta relazione tra il piede e il corpo umano. L’utilizzo del sughero e dei materiali traslucidi dimostrano il grado di innovazione in gioco, mentre i suoi bozzetti illustrano il modo in cui la curvatura delle scarpe asseconda il comfort tanto quanto l’estetica.

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La natura artigianale, il genio e la capacità di anticipare i tempi di Ferragamo, sono le cose più potenti.

Durante il film “ Salvatore – Il calzolaio dei sogni” il regista Luca Guadagnino, che si intravede spesso ai margini delle inquadrature, nutre la stessa vertigine per il talento di Ferragamo di molti dei suoi intervistati. Evidenzia amorevolmente sia l’estro creativo che la dedizione smodata alla sue passioni che includono la famiglia e il suo Paese.  Una storia di vita che ha del grandioso e lo contiene tutto nella realizzazione dei propri sogni e valori. L’omaggio più bello Guadagnino gliel’ha fatto nel finale che vede le scarpe di Ferragamo prendere vita e ballare. “Salvatore-Calzolaio dei sogni” è un magnifico film-tributo perché la storia è bella e anche perché Guadagnino riempie ogni momento di una tale gioia per il suo protagonista che è impossibile non finire affascinati da quell’incantesimo.

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