La felicità è un sentimento complesso che determina il tipo di persona che ognuno di noi è all’interno della società: ogni azione quotidiana può suscitare odio, gioia, tristezza, risentimento, orgoglio, fierezza.
Felicità: quanto allenamento occorre per raggiungerla?
C’è chi la associa al successo e alla realizzazione personale, chi al mero guadagno economico, chi invece raggiunge la felicità al fianco di un compagno di vita e di una famiglia.
Spesso la gioia deriva dalla soddisfazione di aver portato a termine qualcosa per migliorare noi stessi o una situazione che ci riguarda.
In realtà, si tratta di uno stato mentale estremamente difficile da mantenere, basta un luogo di lavoro ostile, una discussione in famiglia o con i coinquilini, un alto livello di stress dovuto ai troppi impegni o semplicemente una giornata storta per passare dall’estrema felicità alla rabbia o alla tristezza.
Destinazione felicità: denaro, successo, allenamento o meditazione?
Secondo uno studio sul comportamento umano, sviluppato dalla Harvard University, nella nostra società successo, lusso e ricchezza sono sinonimi di felicità.
Gli studiosi hanno osservato 724 soggetti per 75 anni.
Questionari, esami clinici e analisi approfondite hanno confermato che viviamo in una società capitalista in cui l’uomo è felice solo quando guadagna.
Per quanto questo sia un dato generalizzato, in realtà riguarda solo una parte della popolazione mondiale.
Nei casi più comuni, il percorso per la felicità si costruisce attraverso una serie di piccole soddisfazioni.
Rispettare una routine, portare a termine l’allenamento e osservare i risultati sul proprio corpo, mangiare sano, fare giardinaggio, ridere con amici e famiglia, meditare, leggere un libro o anche solo fare una passeggiata con il sole che splende.
Il segreto della felicità è godere delle piccole cose
Porsi ogni giorno dei micro obiettivi da raggiungere e di cui festeggiare, ridere di gusto e non accettare situazioni scomode che portino ad accumulare odio e rancore.
Mindfulness: trovare l’equilibrio dentro sé stessi
Questa parola, che in italiano significa “consapevolezza”, viene utilizzata per definire una tecnica comportamentale che invita ad essere più aperti e curiosi verso il mondo.
Ma soprattutto, abbandonare l’atteggiamento di critica e giudizio durante il confronto con gli altri.
Jon Kabat-Zinn, uno dei pionieri di questa tecnica, spiega con esattezza:
“Mindfulness significa prestare attenzione, ma in un modo particolare: a) con intenzione, b) al momento presente, c) in modo non giudicante”.
Questo approccio è basato sulla meditazione, aiuta a ritrovare la pace interiore e la piena consapevolezza di sé stessi e del proprio ruolo nel mondo.
È un atto che parte dall’attenzione e dal modo in cui la usiamo ed è talmente semplice che questa stessa semplicità ne rappresenta la vera difficoltà. Noi facciamo molta fatica ad essere semplici.
L’approccio insegna ad essere aperti a qualsiasi esperienza, positiva o negativa che sia.
Questo significa essere pronti ad accettare e affrontare anche il disagio, la sofferenza, il dolore.
(La terapia mindfulness) “ci chiede e ci insegna a non respingere e a non negare questa dimensione, ma a farne motivo di crescita e persino di creatività”.
In poche parole cercare di vivere a pieno la propria vita e di trarre il meglio dal peggio.
L’allenamento per la felicità
Un altro modo per sentirsi bene è praticare sport: allenamento, stretching, yoga, camminata, corsa, pedalata.
Le endorfine, l’aria pulita, i cambiamenti visibili del corpo, l’adrenalina da allenamento, sono tutte sensazioni positive che migliorano la qualità della vita, riducendo stanchezza, indolenzimento, stress e infelicità.
Inoltre, questo tipo di attività aiuta la mente a liberarsi delle frustrazioni accumulate durante la giornata, prima che diventino odio, sofferenza e solitudine.
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