“Una rosa non ha bisogno di predicare, si limita a diffondere il proprio profumo”, ci ricorda Mahatma Gandhi. Ma per produrre le tanto desiderate essenze, centinaia di aziende in tutto il mondo si sono servite di test cosmetici su animali.
La diretta conseguenza di questo mercato sono stati migliaia di criceti, uccelli, e conigli intossicati da saponi, profumi e creme.
Solo nel 2013 l’Unione Europea ha vietato questo massacro, dopo vent’anni di lotta da parte del fronte ambientalista. In verità le proprietà evocative delle essenze si perdono nella notte dei tempi.
La loro nascita si deve all’Oriente, alla coltura di piante aromatiche, alle cerimonie religiose. Gli Egizi le consacravano a divinità propiziatorie di buona sorte. Oggi i profumi disegnano la sottile essence delle nostre vite, diventando nostri indelebili codici dell’anima.
L’attività profumiera è sempre in evoluzione tanto che le aziende sono arrivate a sperimentare test cosmetici su animali
Aziende sempre più sensibili ai temi del biologico e della disciplina ambientale, si stanno volgendo verso una prospettiva green.
I profumi naturali prendono il posto di quelli sintetici, finora prodotti partendo da “materie odorose” artificiali. Le sostanze sintetiche venivano preferite a quelle naturali per due motivi: costi ridotti e varietà di aromi a disposizione.
Studi scientifici hanno rivelato che gli ftalati, in essi contenuti, possono risultare dannosi per il nostro corpo. Penetrano attraverso la pelle e la loro concentrazione può risultare pericolosa per la nostra salute, causando forme di asma o allergia.
I profumi naturali invece contengono solo miscelazioni di origine vegetale. Spesso l’alcool è dato dalla fermentazione di alimenti come mais o barbabietola e le piante vengono raccolte nel rispetto dei cicli lunari e di antiche tradizioni legate alla profumeria botanica.
Nascono in questa prospettiva profumi bio, che devono rispettare determinate certificazioni e standard di qualità.
Un profumo bio deve contenere almeno il 20% di ingredienti di origine naturale e il 95% di ingredienti biologici di derivazione agricola.
L’ultima frontiera del “naturale” sono i profumi vegani. I migliori da provare puoi trovarli qui.
Vi chiedete come si fa a riconoscere un profumo vegan?
Semplice: intanto non sono derivati da ingredienti di origini animale. Al bando quindi: miele, ambra grigia, castoreo, irace e muschio.
Sì a fiori: bergamotto, neroli, labdano, materie prime nobili e rare. Ma anche legni, frutti, e le inebrianti fave tonka.
Poi li possiamo trovare in un archivio speciale: LAV per le aziende italiane; PETA per quelle internazionali.
Dobbiamo ricordare che chi aderisce allo stile vegano lo fa principalmente per un principio etico e morale, che assorbe completamente ogni aspetto della propria vita.
Ma anche per i più profani acquistare uno di questi profumi può essere d’aiuto all’ambiente.
Profumi vegani per tutti i “nasi” allora, al motto di cruelty free.
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