Bob Sinclar: Quando si parla di star dell’universo musicale, di top dj che fanno ballare il mondo, di personaggi che hanno segnato davvero il nostro modo di ballare, il suo nome non viene citato abbastanza.
E’ fin troppo naturale immaginarlo nel gotha del clubbing. L’artista francese, classe ’69, è infatti salito nell’Olimpo nell’ormai lontanissimo 1998 grazie a “Gym Tonic”, brano che produsse con un certo Thomas Bangalter, il 50% dei Daft Punk.
Grazie ad un mix irresistibile di ironia, aerobica, groove disco e alla voce ipnotica di Jane Fonda nacque un fenomeno musicale vivo ancora oggi, vent’anni dopo.
Per questo Bob Sinclar, in Italia e non solo, riempie ancora i locali più importanti.
Ogni sabato della prossima estate tornerà al Pacha per il suo super party Paris by Night. Chi ha voglia di ballare la sua musica in Italia può farlo l’1 giugno a Villa Bonin (Vicenza), epicentro di divertimento e stile in Veneto.
Oppure può fare un salto alla Praja di Gallipoli, in Salento, per il Popfest, festival organizzato da Musicaeparole, il 25 luglio e il 12 agosto.
Da fine anni ’90, Chris Le Friant, questo il vero nome di Bob Sinclar, è sempre rimasto lassù, dove è naturale che stia.
In un mondo di meteore e di “star”che riempiono i club o i festival solo per un paio d’anni, un universo pieno di sonorità spesso underground come quelle della techno, Bob Sinclar è una splendida eccezione.
E’ l’ultimo dei grandi dj, uno che quando è in console e in studio mescola e mescolerà sempre house. Melodie e ritmi in qualche modo tribali (un suo storico progetto si chiama Africanism non per caso).
E’ l’ultimo dj perché oggi sul palco vanno soprattutto popstar, personaggi, artisti, ma non dj, ovvero specialisti del mix e della musica.
Alle tendenze sonore del momento Bob Sinclar contrappone sempre il suo gusto musicale, la sua sensibilità.
A differenza di molti, interpreta e non insegue.
Per questo quando funzionava l’EDM ‘da salto’, lui puntava comunque su ritmi più morbidi. Ricordo perfettamente quando ascoltai in un suo set “Feel the Vibe”, molto prima che uscisse.
Un tale capolavoro di melodia e dolcezza, in cui arriva subito al cuore la voce di Dawn Tallman, anche in un momento sonoro totalmente diverso.
Il coraggio, nel fenomeno Sinclar, conta molto, così come la sua capacità di investire molto nella comunicazione e nella produzione musicale.
Sinclar da anni ha studi e musicisti che lavorano per lui e sceglie sempre gli interpreti perfetti per i suoi brani. “Love Generation”, uno dei suoi maggiori successi, forse non sarebbe arrivato al numero uno senza la voce unica e all’interpretazione folle di Gary Pine.
Ascoltandola adesso con attenzione, ci si accorge che Pine spesso stona, ma cosa conta?
Un dj, un produttore sofisticato come Bob Sinclar è più attento all’interpretazione, alla magia, all’eternità della musica che alla banale perfezione. Dello stesso periodo è anche “World, Hold On”, interpretata da Steve Edwards, un altro vero capolavoro.
Come molti brani di Bob Sinclar, pure questa canzone ha un testo ottimista, positivo, che potrebbe metterci il sorriso.
Sia chiaro, di motivi per sorridere Sinclar ne ha un bel po’: a cinquant’anni anni o giù di lì, ha successo, fa sport, beve solo acqua, è un’icona, un sex symbol.